
Nel rinviare a giudizio il rettore, il Gup del tribunale dell’Aquila Marco Billi ha accolto le tesi del pm David Mancini che ha coordinato le indagini sui presunti affitti gonfiati dei capannoni della ex Optimes dove, dopo il sisma del 2009, sono state ricollocate alcune facoltà dell’ateneo.
Come ha scritto il sostituto procuratore, l’affitto annuo previsto nel contratto in affidamento diretto di 6 anni (rinnovabile per altri sei) è passato da 715mila euro a 1,24 milioni, mentre i lavori di adeguamento sarebbero saliti da 3,6 milioni più Iva a 5,7 milioni.
Secondo l’accusa, il contratto fu stipulato senza un’analisi di mercato per individuare la soluzione più conveniente e senza stima dell’Agenzia del territorio. Ora Di Orio, Del Vecchio – attuale direttore generale dell’Università di Chieti – e il legale rappresentante della Gallucci Srl dovranno dimostrare la loro estraneità ai fatti, peraltro sostenuta in tutte le fasi processuali portate avanti finora.
I tre rischiano una pena da uno a quattro anni di reclusione. Di Orio e Del Vecchio, che stamani non hanno rilasciato dichiarazioni ai giornalisti, hanno ancora una volta respinto ogni accusa sia davanti al giudice, sostenendo di aver agito per salvare l’ateneo, sia tramite i loro avvocati. «Il rettore – ha spiegato il difensore, Giovanni Marcangeli del Foro di Avezzano – ha reso spontanee dichiarazioni in maniera commossa, sostenendo che proprio intento era di fare l’interesse degli studenti e della stessa città, spingendo affinché i corsi interrotti per l’evento sismico ripartissero il più presto possibile, presso l’unica sede disponibile». Passando alle contestazioni, Marcangeli ha sostenuto «non sussiste alcun reato, visto che tutte le procedure erano lecite».
Stefano Rossi, legale di Del Vecchio, ha sottolineato che il suo assistito e Di Orio «hanno agito per il bene della città e questa lettura emergerà in sede di processo».
L’Università dell’Aquila non si è presentata parte civile all’udienza preliminare sui presunti affitti gonfiati per ricollocare alcune facoltà dopo il terremoto del 2009.
Secondo quanto si è appreso il Cda dell’ateneo avrebbe preso nella seduta di ieri la decisione di non costituirsi. Una circostanza che ha provocato polemiche in seno al gruppo di oppositori del rettore.
Minaccia infatti ricorsi alla magistratura il professor Sergio Tiberti, componente del Cda ai tempi dei contratti dei presunti affitti gonfiati, tra coloro che per primi hanno denunciato il caso. «E’ estremamente singolare – dichiara Tiberti -. Si aggiunge danno su danno. Il Cda è molto affine al rettore pro tempore, se si andrà a una condanna di Di Orio e di Del Vecchio l’università non potrà recuperare alcunché dai danni. Stiamo valutando di perseguire, se ci saranno elementi sia dal punto di vista penale sia civile, i consiglieri di amministrazione che con questa richiesta, al momento, di non costituzione potranno portare un danno all’università. In caso di danno – conclude Tiberti – vorrà dire che pagheranno loro».