Beni culturali, fuori dall’emergenza e dentro il restauro

L’Abruzzo, l’Emilia e la Lombardia protagoniste a Ferrara dal 20 al 23 marzo prossimi. Saranno i temi del post sisma il fulcro del XX Salone del Restauro, appuntamento di rilievo nel panorama internazionale, che ogni anno richiama nella città emiliana esperti da tutto il mondo.
Parallelamente ad incontri e approfondimenti promossi dagli altri istituti abruzzesi dei beni culturali, la direzione regionale sarà tra i promotori di tre convegni, tra cui quello di inaugurazione, durante i quali si farà il punto della situazione del restauro del patrimonio culturale danneggiato dal terremoto del 2009.
Sarà il momento per tracciare un bilancio del lavoro già svolto, a partire dai quei cantieri già chiusi (Madonna Fore, San Giuseppe Artigiano, Porta Napoli, Palazzetto dei Nobili) o in via di ultimazione, per i quali esistono importanti donazioni e fondi destinati con decreti commissariali (Santa Maria del Suffragio, Palazzo Ardinghelli, San Pietro Apostolo ad Onna, Chiesa Teatro San Filippo), ma anche per illustrare l’ambizioso programma di interventi stabilito all’indomani del passaggio di competenze (O.P.C.M. 4013 del 23 marzo 2012) che pianifica, nel periodo 2013-2021, il restauro di 485 opere qualificandosi quale strumento strategico e di regia delle diffuse necessità in gioco ed espressione delle priorità d’intervento.
Finanziata la prima annualità, con delibera Cipe del dicembre scorso e settanta milioni di euro, che darà il via ad un ulteriore intervento sul Forte Spagnolo – cantiere già attivo a partire dal 2011 grazie ad una prima tranche di finanziamenti ministeriali – e man mano su altri monumenti a L’Aquila e nel cratere (come le chiese di San Pietro a Coppito, Santa Maria Paganica, San Silvestro, Santa Margherita e altri 21 beni), si può a buon diritto affermare che la ricostruzione del patrimonio culturale può procedere secondo i binari definiti in un anno di lavoro della direzione regionale dei beni culturali e paesaggistici dell’Abruzzo.
Così a Ferrara si presenteranno due dei grandi progetti di restauro da avviare, quello delle Mura Urbiche e quello del Forte Spagnolo, pensati anche come progetti di riqualificazione del territorio urbano, luoghi simbolo per ritessere la trama storico-culturale e sociale della città; e, ad anticipare questi interventi, si ripercorreranno le fasi che precedono e accompagnano il restauro, con la prioritaria necessità di individuare procedure in sinergia con tutti gli attori pubblici coinvolti nella ricostruzione, con particolare riferimento ai centri storici e alle loro criticità.
A quattro anni dal sisma, chiusa la fase dell’emergenza si apre quella delle grandi iniziative di recupero del patrimonio culturale dell’Aquila e del cratere attraverso un programma che inquadra anche il valore economico, materiale e immateriale, dei beni culturali quale strumento di potenziale sviluppo nel promuovere, tra tutela ed occupazione, l’impresa specializzata nel campo del restauro attraverso un’operatività che metta in campo tutte le capacità tecniche progettuali dei diversi settori di competenza degli istituti periferici del Ministero per i beni e le attività culturali. In questo senso Ferrara sarà anche l’occasione per evidenziare come il recupero del patrimonio culturale passi attraverso un’ottica di sistema che, anche nel restauro dei grandi monumenti architettonici, coinvolge e utilizza studi e competenze riguardanti la documentazione d’archivio, i beni mobili e persino un confronto con l’archeologia.
La conservazione di opere d’arte e in particolare degli apparati decorativi dei complessi architettonici su cui si va ad operare è uno dei temi centrali del restauro post-sisma, subito evidenziato dal primo intervento rilevante effettuato a L’Aquila, quello del soffitto ligneo di San Bernardino, cantiere pilota e sperimentale, anche per la sua apertura ai non addetti ai lavori.
In parallelo, la documentazione d’archivio, complessivamente localizzata e geo-referenziata, diventa uno strumento fondamentale per le fasi di progettazione dei restauri di edifici vincolati pubblici e privati, così come i beni archeologici, nella loro vulnerabile tenacia, pongono in evidenza questioni strettamente connesse al restauro tout court di murature e architetture, come rilevato da uno studio realizzato dalla Direzione Regionale in collaborazione con l’Istituto per le Tecnologie e le Costruzioni – Cnr dell’Aquila.
E parallelamente un analogo studio sulla vulnerabilità sismica degli immobili in consegna al Ministero dei beni culturali in Abruzzo, realizzato da sei dipartimenti universitari, coordinato dalla direzione regionale e promosso insieme alla direzione generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee, presenta le sue risultanze, aprendo a riflessioni e stimolando interventi correttivi.
Sarà dunque questa l’articolata esperienza che l’Abruzzo dei beni culturali presenterà a Ferrara, dialogando con l’altra regione che ha dovuto affrontare, ed affronta ancora, la convulsa fase che segue un evento catastrofico.