
Spiegare al resto d’Italia le
pratiche di ricostruzione monumentale e restauro dei beni
culturali danneggiati dal sisma del 6 aprile 2009 e confrontare
le esperienze con altre ricostruzioni, in particolare quella
dell’Emilia Romagna. In questo senso si inquadra la
partecipazione istituzionale della direzione regionale per i
beni culturali e paesaggistici dell’Abruzzo al prossimo Salone
del restauro di Ferrara, in programma 20 e 21 marzo.
A spiegare le linee della missione sono stati, in conferenza
stampa all’Aquila, il direttore regionale, Fabrizio Magani, la
artistici ed etnoantropologici, Lucia Arbace.
«Parteciperemo a due incontri – ha spiegato Magani – il
primo il 20, importantissimo per fare il punto sulle reciproche
esperienze e sulle prospettive future. Il tema del recupero e
della conservazione è non solo tecnico, ma anche culturale e ci
sarà una partecipazione corale dell’amministrazione».
Il
secondo incontro, dal titolo “Tra mura sicure”, è legato al
tema della vulnerabilità sismica anche dopo il dramma di quasi
quattro anni fa. «Abbiamo cominciato a fare verifiche e ad
acquisire dati sulla vulnerabilità sismica del nostro patrimonio
– ha aggiunto Magani -: è quello che tutte le amministrazioni
dovrebbero fare, capire il rischio per le persone e le cose per
programmare gli interventi».
«Nel comune dell’Aquila ci
sono 500 edifici individuali vincolati e 800 nei 57 comuni del
‘cratere’ – ha fatto sapere la soprintendente Vittorini -, cifre
che raddoppiano contando quelli vincolati per legge. A Ferrara
avremo il dovere di affrontare l’aspetto corale, i rapporti
istituzionali e la gestione dei processi organizzativi quando il
restauro si rapporta con l’emergenza».
Secondo la
soprintendente Arbace, nell’ottica di un restauro che sia
culturale e non solo tecnico, deve proseguire «l’esperimento
dell’anno scorso, quando abbiamo presentato il cantiere aperto
del restauro del soffitto della basilica di San Bernardino. Un
percorso che può andare avanti anche in altri cantieri della
città», ha concluso.