L’Aquila al Salone del restauro di Ferrara

14 marzo 2013 | 17:06
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L’Aquila al Salone del restauro di Ferrara

Spiegare al resto d’Italia le

pratiche di ricostruzione monumentale e restauro dei beni

culturali danneggiati dal sisma del 6 aprile 2009 e confrontare

le esperienze con altre ricostruzioni, in particolare quella

dell’Emilia Romagna. In questo senso si inquadra la

partecipazione istituzionale della direzione regionale per i

beni culturali e paesaggistici dell’Abruzzo al prossimo Salone

del restauro di Ferrara, in programma 20 e 21 marzo.

A spiegare le linee della missione sono stati, in conferenza

stampa all’Aquila, il direttore regionale, Fabrizio Magani, la

artistici ed etnoantropologici, Lucia Arbace.

«Parteciperemo a due incontri – ha spiegato Magani – il

primo il 20, importantissimo per fare il punto sulle reciproche

esperienze e sulle prospettive future. Il tema del recupero e

della conservazione è non solo tecnico, ma anche culturale e ci

sarà una partecipazione corale dell’amministrazione».

Il

secondo incontro, dal titolo “Tra mura sicure”, è legato al

tema della vulnerabilità sismica anche dopo il dramma di quasi

quattro anni fa. «Abbiamo cominciato a fare verifiche e ad

acquisire dati sulla vulnerabilità sismica del nostro patrimonio

– ha aggiunto Magani -: è quello che tutte le amministrazioni

dovrebbero fare, capire il rischio per le persone e le cose per

programmare gli interventi».

«Nel comune dell’Aquila ci

sono 500 edifici individuali vincolati e 800 nei 57 comuni del

‘cratere’ – ha fatto sapere la soprintendente Vittorini -, cifre

che raddoppiano contando quelli vincolati per legge. A Ferrara

avremo il dovere di affrontare l’aspetto corale, i rapporti

istituzionali e la gestione dei processi organizzativi quando il

restauro si rapporta con l’emergenza».

Secondo la

soprintendente Arbace, nell’ottica di un restauro che sia

culturale e non solo tecnico, deve proseguire «l’esperimento

dell’anno scorso, quando abbiamo presentato il cantiere aperto

del restauro del soffitto della basilica di San Bernardino. Un

percorso che può andare avanti anche in altri cantieri della

città», ha concluso.