Dark Room: vietato ai minori di 14 anni

15 marzo 2013 | 14:38
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Dark Room: vietato ai minori di 14 anni

di Roberta Galeotti

Viviamo in una piccola città medio borghese, vestiamo quasi tutti allo stesso modo e abbiamo quasi tutti le stesse auto cool e di tendenza.

In pochi si discostano da quello che la società ci richiede.

Quasi tutti viviamo dietro l’immagine perfetta della famigliola felice del mulino bianco cercando di celare i nei, le difformità, i problemi e le dissonanze.

Tutto ciò che è diverso dalla normalità è sbagliato.

Ma cos’è normale e cos’è anormale?

Solo le barriere culturali fissano quei confini. Confini che con il passare del tempo e l’aumentare della libertà di pensiero si aprono al ‘diverso da noi’.

Nella testa di ognuno di noi c’è uno spazio, più o meno ampio, dedicato al piacere. Se questo spazio viene alimentato, nutrito e riconosciuto, diventiamo delle persone libere.
Se questo spazio viene isolato, bandito ed etichettato come sbagliato, diventiamo dei bigotti, dei conservatori, dei perbenisti.

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Nella nostra testata abbiamo sempre cercato di trattare con grande rispetto deontologico le notizie e le persone legate ad esse.

Per scelta non abbiamo mai trattato i suicidi.

Per scelta abbiamo sempre affrontato con grande coerenza e rispetto, ma senza spettacolarizzazioni inutili, le notizie di cronaca nera.

La nostra società sta cambiando. Le nostre famiglie modificano il loro assetto con una velocità impressionante. I nostri ragazzi cambiano. Cambiano le abitudini sessuali e i riti della trasgressione.

La libertà di internet ci consente di dare libero sfogo alle parti più intime del nostro essere e ci avvicina a mondi lontani di cui non immaginavamo nemmeno l’esistenza.

Dark Room, nuova categoria del capoluogo.it, intende aprire la porta sul mondo dell’amore, del piacere e del sesso. Abbattere le barriere del perbenismo e ‘interrompere la pratica del voyeurismo’.

Non guardare più dalla serratura ma aprire la porta per conoscere e, quindi, capire.

A L’Aquila non ci sono locali per gay, non esiste un sexy shop, non ci sono club privè e non c’è un night.

Non ci sono nemmeno le prostitute.

Eppure esisteranno aquilani omosessuali, lesbiche, trans, coppie scambiste e uomini che amano vivere esperienze di sesso con prostitute.

In tutt’Italia proliferano club privè e night. Impazza la moda delle gang bang e del car sex.

L’amore, il sesso e il piacere sono aspetti centrali della vita quotidiana, nasconderli equivale a cancellare una parte di se stessi.

Ci siamo a lungo confrontati, qui in redazione, sull’opportunità di affrontare, in un giornale che ha una matrice – per scelta – locale ma non localistica, un tema così importante con un approccio apparentemente così forte. Ci siamo confrontati con specialisti, con medici, con colleghi: tutti ci hanno guardato come fossimo marziani.

Abbiamo tastato il terreno chiedendo a molti di voi, affezionati lettori: ci avete detto che no, che la Dark Room avrebbe screditato la testata.

Un giornale fa servizio se scommette e se osa.
Se tenta. Se crede.
La sessualità è, in una civiltà, una costruzione sociale. La comunicazione e la cultura delle differenze non possono trovare sfogo soltanto attraverso il linguaggio di siti porno, chat erotiche o riviste di settore.

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