La misericordia rende il mondo più giusto

17 marzo 2013 | 11:24
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La misericordia rende il mondo più giusto

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Alle ore 12 Papa Francesco si è affacciato dalla finestra della terza loggia del Palazzo Apostolico in Vaticano per pronunciare il suo primo Angelus, accolto dal boato e dalla gioia della folla. Le due parole chiave sono misericordia e pazienza. «Dio mai si stanca di perdonarci. Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono», ha detto il Santo Padre ai centomila fedeli, venuti da ogni parte del mondo.

Il primo Angelus – Il primo saluto rivolto a tutti: «Questo è bello per noi cristiani, incontrarci di domenica, salutarci, in questa piazza che grazie ai media ha le dimensioni del mondo».

Il messaggio più importante che ha lanciato il Santo Padre è quello della misericordia di Dio: «Il volto di Dio è quello di un padre misericordioso che ha sempre pazienza, con ciascuno di noi, ci comprende ci attende, non si stanca di perdonarci», «un po’ di misericordia – dice – rende il mondo meno freddo e più giusto. Abbiamo bisogno si sentire il Padre misericordioso».

Dopo aver recitato le preghiere in latino, Papa Francesco ha rivolto un altro saluto ai pellegrini romani, italiani e quelle provenienti da ogni alngolo del mondo: «Grazie della vostra accoglienza e per le vostre preghiere».

E poi ha ricordato perché ha scelto questo nome, Francesco, in ricordo del santo di Assisi: «Ciò rafforza il mio legame spirituale con questa terra, con l’Italia».

LA MATTINATA E LA MESSA A SANT’ANNA

È già grande attesa in piazza San Pietro per il primo Angelus di Papa Francesco, che pronuncerà alle ore 12:00 dalla finestra della terza loggia del Palazzo Apostolico in Vaticano. Intanto il Santo Padre è arrivato alla parrocchia di Sant’Anna, in Vaticano, dove sta celebrando la Messa. Prima di entrare nella piccola chiesa, il Pontefice si è fermato a salutare la folla. Ha stretto le mani di fedeli, ha accarezzato i bambini, ha scambiato parole di saluto con le persone in attesa. Si è soffermato brevemente anche sulla porta Angelica, salutando la folla sulla via.

Accolto dal suo vicario per la Città del Vaticano cardinale Comastri, il Pontefice è entrato nella chiesa e si è subito inginocchiato di fronte all’altare. Quindi, dopo aver indossato i paramenti liturgici, ha effettuato una breve processione sull’esterno della chiesa, benedicendo i fedeli ed entrando poi nella navata per dare inizio alla messa. Con lui in processione, tra gli altri, i cardinali Angelo Comastri e Prosper Grech.

«Per me, lo dico umilmente, il messaggio più forte del Signore è la misericordia». Lo ha detto papa Francesco in uno dei passaggi dell’omelia.

Il Papa tra la folla – Papa Bergoglio continua a infrangere il

protocollo. Arrivando alla parrocchia di Sant’Anna, il

Pontefice ha voluto infatti affacciarsi dalla vicina Porta che

dà sulla città di Roma, in via di Porta Angelica, che era

gremita di fedeli. Per un attimo si è pensato che potesse

uscire dal territorio dello Stato Città del Vaticano per

accostarsi alla transenna esterna ma è rimasto al di qua della

linea di confine salutando con gesti e sorrisi le persone che

si assiepavano mettendo a dura prova transenne e forze

dell’ordine.

E riconoscendo due giovani sacerdoti argentini li

ha chiamati a sè. Poi dopo averli abbracciati li ha portati

dentro il Vaticano e personalmente li ha accompagnati nella

chiesetta dove ora assistono alla messa.

I centomila di piazza San Pietro – La piazza è già gremita di fedeli provenienti da tutto il mondo per assistere al primo Angelus del Santo Padre, in attesa dell’intronizzazione di martedì, quando è previsto l’arrivo di un milione di fedeli. Oggi ne saranno un po’ meno, circa centomila, ad ascoltare il nuovo pontefice che ieri ha detto: «Voglio una chiesa povera per i poveri».

Ed è scattata la macchina organizzativa messa in piedi dal Comune di Roma per far fronte alle migliaia di persone attese. Più di mille vigili, 700 uomini della protezione civile e 50 squadre per il primo soccorso sono pronti ad assistere i pellegrini.

Sono attese delegazioni da tutto il mondo, che stanno sbarcando a Roma dalle prime ore di questa mattina. Il primo ad arrivare è stato il presidente cileno Sebastian Pinera, giunto poco prima delle 8 all’aeroporto di Fiumicino con un volo speciale. Folta la delegazione al seguito del Capo dello Stato cileno che, prima di lasciare sotto nutrita scorta il Leonardo da Vinci a bordo di un’auto blindata, è transitato per alcuni minuti nell’area dello scalo riservata al Cerimoniale di Stato presidiato, per l’occasione, dalle forze dell’ordine. Il via vai di Capi di Stato e di Governo andrà avanti per l’intera giornata e proseguirà anche domani oltre che a Fiumicino, anche a Ciampino.

Proprio all’aeroporto militare è atteso nel pomeriggio l’arrivo della presidente argentina Cristina Fernandez de Kirchner, che incontrerà domani il papa nella Domus Santa Marta, e in serata quello del vicepresidente americano Joe Biden. Mentre domani a Fiumicino sbarcherà, tra gli altri, il controverso presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe.

Tra le personalità religiose previste in arrivo oggi nella Capitale, ci sono il Patriarca degli armeni Bedros XIX Tarmouni e il Patriarca greco cattolico Gregorio III Loham: entrambi con un volo di linea della Mea da Beirut. A completare il quadro delle delegazioni oggi a Roma, è in programma l’arrivo dalla Colombia, via Madrid, del ministro degli esteri Maria Angela Holguin, e dallo Sri Lanka, via Dubai, del vice ministro degli esteri, Neomal Perera.

Fra qualche giorno le nuove nomine nella curia – Papa Francesco «ha espresso la volontà che i Capi e i Membri dei Dicasteri della Curia Romana, come pure i Segretari, nonché il Presidente della Pontificia Commissione dello Stato della Città del Vaticano, proseguano, provvisoriamente, nei rispettivi incarichi [i]donec aliter provideatur[/i] (finché non si provveda altrimenti)», formula che indica la provvisorietà delle conferme, com’è prassi quando si insedia un nuovo Pontefice.Così un comunicato della Santa Sede.

«Il Santo Padre desidera, infatti, riservarsi un certo tempo per la riflessione, la preghiera e il dialogo, prima di qualunque nomina o conferma definitivaı, dice ancora il comunicato.

La conferma provvisoria decisa da papa Francesco per i capi dicastero della Curia romana riguarda anche il segretario di Stato cardinale Tarcisio Bertone.

Nell’omelia il Pontefice ha dunque

denunciato un’atteggiamento diffuso nella Chiesa, quello di

sentirsi migliori degli altri. Il Vangelo racconta, ha detto,

che mentre Gesù insegnava «c’erano altri che non sentivano

niente, non potevano sentire, sono quelli – ha chiarito

Francesco – che sono andati a dire: senti Maestro questa è

“una tale e una quale”, dobbiamo fare quello che Mosè si è

raccomandato di fare con questa donna».