Totti mitico. Il calciatore romano segna il gol numero 266

Non si può mai star tranquilli. Nel campionato che
soltanto la Juve può perdere, con 9 punti di vantaggio
sul Napoli secondo a 9 giornate dalla fine, il Milan
fila come un treno, l’uno-due di Balotelli stende il Palermo
con Mario che segna il nono rigore su nove e arriva
a 6 presenze e 7 gol da quando è diventato rossonero.
Tutto bene? Quasi.
Dopo la partita, Massimiliano Allegri
tira un siluro di quelli forti a Berlusconi che è in
tutt’altre faccende affaccendato, ci vedrà ancora poco
causa uveite, ma ci sente benissimo. «Ho un contratto
sino al 30 giugno 2014 – sbotta il tecnico che ha
letteralmente rifatto la squadra dopo che la società
gliel’aveva rasa al suolo in estate – Sono felice perché
abbiamo totalizzato 47 punti in 22 partite, ma resto solo
se lo vorranno tutti». Cioè uno, l’ex premier che al tecnico
non ha ancora perdonato il 4-0 subito a Barcellona e che
nelle scorse settimane tutto ha fatto fuorché sostenere
l’allenatore che gli ha rimesso in piedi il Milan.
Si vedrà. Intanto, Balotelli pronostica l’aggancio al Napoli
nel turno pasquale. Il Napoli ritrova Cavani che rompe
il digiuno dopo 684′ e torna a segnare anche Pandev,
a secco dall’ottobre scorso. Ma Napoli e Milan sanno che
devono fare i conti anche con la Fiorentina, protagonista
di un’altra brillante prova contro il Genoa. L’Inter respira:
a causa del maltempo, la gara con la Samp è stata rinviata
e la squadra di Stramaccioni non ha dovuto pagare il
pedaggio all’Europa League (sei sconfitte di fila nelle
precedenti gare disputate dopo l’impegno del giovedì).
La Lazio, invece, prima squadra italiana ad entrare nei
quarti dell’ex Coppa Uefa da quando ha cambiato nome,
a Torino è stata castigata da Jonathas, un brasiliano che segna
sotto la neve e ha festegiato la prima convocazione in Nazoknale
di Cerci. La Roma ha steso il Parma agganciando i cugini: Totti ha
un fuoriclasse infinito.
In coda, Palermo e Pescara sono sempre più spacciati.
Sannino è tornato, ma i rosanero continuano a perdere.
Ha una consolazione: Zamparini ha promesso che non
cambierà più allenatore. In teoria. In 19 mesi il presidente
è passato da Pioli a Mangia, da Mangia a Mutti, da Mutti
a Sannino, da Sannino a Gasperini, da Gasperini a Malesani,
da malesani a Gasperini, da Gasperini a Sannino. E Zamparini
si meraviglia pure se lo contestano. Anche a Pescara, l’aria
è pesante. Sebastiani trascinerà Mazzoleni davanti alla
Procura federale perchè il presidente abruzzese accusa
l’arbitro bergamasco di avergli detto durante l’intervallo che
«bisogna parlare bene in settimana». Mazzoleni ha diretto
male e non ha visto il clamoroso fallo di mano di
Andreolli nell’area clivense. Ma c’è chi ha fatto di peggio:
Valeri al San Paolo ha accordato un rigore al Napoli per un fallo di Giorgi
su Zuniga cominciato fuori area; Rizzoli a Firenze non ha visto
che Aquilani ha spinto Granqvist per segnare al Genoa e cieco
è stato anche ilm giudice di porta che, notoriamente, non serve
a nulla; Peruzzo (quello che non vede mai i falli di mano degli
avversari dell’Atalanta nella propria area) a San Siro non ha espulso Zapata, il cui braccio
ha interrotto una chiara azione da gol del Palermo.
La verità è che ci vorrebbe un Grillo anche nel Palazzo degli arbitri per
mandare a casa Nicchi & Braschi, la coppia più scoppiata
che ci sia.
Xavier Jacobelli
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