Totti mitico. Il calciatore romano segna il gol numero 266

18 marzo 2013 | 12:37
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Totti mitico. Il calciatore romano segna il gol numero 266

Non si può mai star tranquilli. Nel campionato che

soltanto la Juve può perdere, con 9 punti di vantaggio

sul Napoli secondo a 9 giornate dalla fine, il Milan

fila come un treno, l’uno-due di Balotelli stende il Palermo

con Mario che segna il nono rigore su nove e arriva

a 6 presenze e 7 gol da quando è diventato rossonero.

Tutto bene? Quasi.

Dopo la partita, Massimiliano Allegri

tira un siluro di quelli forti a Berlusconi che è in

tutt’altre faccende affaccendato, ci vedrà ancora poco

causa uveite, ma ci sente benissimo. «Ho un contratto

sino al 30 giugno 2014 – sbotta il tecnico che ha

letteralmente rifatto la squadra dopo che la società

gliel’aveva rasa al suolo in estate – Sono felice perché

abbiamo totalizzato 47 punti in 22 partite, ma resto solo

se lo vorranno tutti». Cioè uno, l’ex premier che al tecnico

non ha ancora perdonato il 4-0 subito a Barcellona e che

nelle scorse settimane tutto ha fatto fuorché sostenere

l’allenatore che gli ha rimesso in piedi il Milan.

Si vedrà. Intanto, Balotelli pronostica l’aggancio al Napoli

nel turno pasquale. Il Napoli ritrova Cavani che rompe

il digiuno dopo 684′ e torna a segnare anche Pandev,

a secco dall’ottobre scorso. Ma Napoli e Milan sanno che

devono fare i conti anche con la Fiorentina, protagonista

di un’altra brillante prova contro il Genoa. L’Inter respira:

a causa del maltempo, la gara con la Samp è stata rinviata

e la squadra di Stramaccioni non ha dovuto pagare il

pedaggio all’Europa League (sei sconfitte di fila nelle

precedenti gare disputate dopo l’impegno del giovedì).

La Lazio, invece, prima squadra italiana ad entrare nei

quarti dell’ex Coppa Uefa da quando ha cambiato nome,

a Torino è stata castigata da Jonathas, un brasiliano che segna

sotto la neve e ha festegiato la prima convocazione in Nazoknale

di Cerci. La Roma ha steso il Parma agganciando i cugini: Totti ha

un fuoriclasse infinito.

In coda, Palermo e Pescara sono sempre più spacciati.

Sannino è tornato, ma i rosanero continuano a perdere.

Ha una consolazione: Zamparini ha promesso che non

cambierà più allenatore. In teoria. In 19 mesi il presidente

è passato da Pioli a Mangia, da Mangia a Mutti, da Mutti

a Sannino, da Sannino a Gasperini, da Gasperini a Malesani,

da malesani a Gasperini, da Gasperini a Sannino. E Zamparini

si meraviglia pure se lo contestano. Anche a Pescara, l’aria

è pesante. Sebastiani trascinerà Mazzoleni davanti alla

Procura federale perchè il presidente abruzzese accusa

l’arbitro bergamasco di avergli detto durante l’intervallo che

«bisogna parlare bene in settimana». Mazzoleni ha diretto

male e non ha visto il clamoroso fallo di mano di

Andreolli nell’area clivense. Ma c’è chi ha fatto di peggio:

Valeri al San Paolo ha accordato un rigore al Napoli per un fallo di Giorgi

su Zuniga cominciato fuori area; Rizzoli a Firenze non ha visto

che Aquilani ha spinto Granqvist per segnare al Genoa e cieco

è stato anche ilm giudice di porta che, notoriamente, non serve

a nulla; Peruzzo (quello che non vede mai i falli di mano degli

avversari dell’Atalanta nella propria area) a San Siro non ha espulso Zapata, il cui braccio

ha interrotto una chiara azione da gol del Palermo.

La verità è che ci vorrebbe un Grillo anche nel Palazzo degli arbitri per

mandare a casa Nicchi & Braschi, la coppia più scoppiata

che ci sia.

Xavier Jacobelli

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