Ricostruzione, imprenditori sul piede di guerra

Piccoli imprenditori e commercianti dell’Aquila scendono in piazza per protestare contro le gravi problematiche che caratterizzano la ricostruzione e che stanno mettendo in serio pericolo i loro bilanci. In particolare gli imprenditori denunciano il fenomeno delle grandi aziende venute da fuori regione che si sono accaparrate milionari appalti privati e che dopo essere entrate in difficoltà economiche hanno bloccato i lavori e i pagamenti mettendo nei guai condomini e fornitori; oppure, i casi di aziende che hanno anticipato i fondi per ricostruire immobili danneggiati dal terremoto e che ora non riescono ad incassare perché la governance non è stata ancora ricostituita dopo la fine del commissariamento che risale al 31 agosto scorso.
Proprio per alzare un grido di allarme è stata promossa una manifestazione dal titolo “Riprendiamoci quello che ci spetta di diritto” per giovedì alle 18 presso la sala conferenze dell’hotel Azzurro in viale Corrado IV. Proprio nel giorno in cui il ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca, inviato del premier Monti per la gestione della ricostruzione, sarà all’Aquila per chiarire i molti punti ancora irrisolti sul tappeto.
A promuovere la protesta non sono rappresentati delle organizzazioni di categoria, ma un addetto ai lavori, Marzia Pitolli, titolare di un’azienda che rifornisce i cantieri. «Si tratta di una protesta pacata ma ferma, organizzata autonomamente e senza sigle sindacali o di categoria – spiega la piccola imprenditrice – che cade proprio nel giorno in cui il ministro Barca verrà in città per annunciare la svolta, ma si tratta solo di una coincidenza perché stiamo lavorando all’appuntamento da tempo».
Pitolli sottolinea che «è anche una iniziativa contro gli amministratori di condominio e i professionisti che hanno spalancato le porte della ricostruzione alle grandi imprese venute da fuori che hanno incassato e sono andate via lasciando i proprietari in mezzo a un mare di guai e una sfilza interminabile di fatture non saldate».
Secondo Pitolli, «ci sono alcuni big dell’edilizia che hanno incassato buona parte dei contributi concessi e poi sono andati in crisi per problemi su cantieri aperti in altre parti d’Italia: ora portano i libri in tribunale, il rischio è che a caduta tocchi a tutti coloro che si sono fidati e hanno fatto credito».