
di Valter Marcone
[i]Di te non si sente[/i]
Sono tornato a chiedere
in prestito le parole
che hanno ora il tuo colore,
città delle ombre e del silenzio
città senza voce e senza parole.
Città, città di te ora
sono silenziose le strade,
vuote le case, cieche le finestre
senza luce nella notte,
di te non si sente
che il latrare dei cani nel buio,
gli animali a te più fedeli.
Solo un poco di verde
si rifugia ora negli orti
abbandonati senza più
inghiottire le case e tu
sei tale e quale eri prima.
Ma vuota.
Solo interrotta la quiete
dal rumore d’un martello
che non ha allegria come l’aria
senza il sole, l’albero senza foglie.
I ricordi vivi
più puri delle stelle e i fantasmi
delle stagioni che passano
invano affollano il cielo
e sotto questa brezza
lieve di dicembre imminente
anche il noce si spoglia nel silenzio
delle sue ultime foglie
come le parole che sono tornato
a chiedere in prestito
per parlate di te città
città apparente.
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