Assemblea Cittadina: «Prima fatti, poi fiducia»

21 marzo 2013 | 16:57
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Assemblea Cittadina: «Prima fatti, poi fiducia»

«Noi di ‘figli della sfiducia’ ne abbiamo avuti a carriolate, ne abbiamo avuto le carriole piene. Qualsiasi cosa veniva accolta con sfiducia». Lo ha detto, oggi a L’Aquila, l’ex sottosegretario di Stato Gianni Letta, suscitando un’aperta contestazione di un gruppo di tre cittadini all’interno dell’aula magna del dipartimento di scienze umane dove era in corso l’incontro pubblico sulla ricostruzione con il ministro della Coesione territoriale Fabrizio Barca. Proprio quest’ultimo aveva evocato 17 punti “figli della sfiducia” per sottolineare il pessimismo dilagante e da combattere nel capoluogo e nel ‘cratere’, ma quando Letta ha alluso alla protesta delle carriole alcuni cittadini dal pubblico sono insorti gridando «Vergogna, vergogna!».

In un altro passaggio, Letta ha aggiunto: «non abbiamo saputo comunicare perché spesso il rumore della contestazione annullava la comunicazione», ma una donna dalle prime file lo ha corretto, «il rumore della sofferenza».

Le dichiarazioni di Gianni Letta sono state duramente contestate anche dall’Assemblea Cittadina dell’Aquila, che, attraverso una nota ha fatto sapere di non voler accettare e di voler anzi rimandare al mittente «l’ennesimo insulto» che bolla i cittadini «quali ostacolo alla ricostruzione». «I cittadini che si impegnano per cercare di capire le scelte che chi ci governa compie nel silenzio da quattro anni, i cittadini che non credono più alle promesse, puntualmente disattese – hanno aggiunto i portavoce dell’Assemblea Cittadina – sono il vero interludio di questa città: vasi di coccio, in mezzo ai vasi di ferro».

I portavoce dell’Assemblea cittadina hanno criticato anche il ministro Barca.

«A conclusione del suo intervento – hanno sottolineato – il ministro ha snocciolato i diciotto punti dei suoi “non è vero”, nei quali ha inteso porre l’accento su ciò che, paventato sino ad oggi da quanti nel corso degli anni hanno costantemente rimarcato pecche e lentezze del processo di ricostruzione, a suo parere, non risponde a verità. Da essi, in sintesi, è emerso chiaramente che oggi, all’inizio dell’annunciata primavera aquilana, si è dimostrato al Paese che i soldi sono finiti, sono stati spesi e ne occorrono altri. La primavera della ricostruzione, quindi, inizia senza denaro. Lo ammette, oggi, il ministro, ma l’Assemblea lo dichiara almeno da tre mesi, proprio quando Barca asseriva l’esatto contrario. A chiudere l’elencazione dei diciotto punti dolenti, il ministro ha parlato di fiducia. Abbiamo, quindi, appreso che la diciannovesima “piaga” aquilana sono i cittadini che, non coesi, gravemente mancano di riporre fiducia nel Governo e nelle Istituzioni».

«Un primo accenno all’unità della cittadinanza non può esimersi dal rimarcare – si legge nella nota dell’Assemblea cittadina – per l’ennesima volta, che la mancata coesione, tanto deplorata dal ministro, è stata scientemente voluta ed organizzata dalla gestione del post terremoto che ha visto posta in essere la grande diaspora aquilana: i cittadini sradicati dalla loro terra, lontanissimi gli uni dagli altri, volutamente isolati. Perpetrata, in seguito, dalla collocazione degli stessi in abitazioni provvisorie, lontane per un raggio di 30 chilometri da quella che era l’anima della città e che ancora dopo quattro primavere è il buco nero dove rischia di inabissarsi la memoria».

«Vi fu, nella primavera dell’ormai lontano 2010 – continua la nota – il momento più alto dell’unità della popolazione, quando i cittadini, indignati ed esasperati, imbracciarono le carriole, per riappropriarsi delle loro vite e del loro futuro. Moto dell’animo che ha visto migliaia di persone vicine le une alle altre, coese, accomunate dall’unico desiderio di ricostruire dalle macerie: fu bollato come cialtroneria e oggi è finito nelle aule dei tribunali, con i cittadini inquisiti e processati».

«Unità osteggiata da sempre, quindi, e scongiurata da governo e istituzioni – si legge nella nota – E oggi si viene a chiedere fiducia ad una popolazione stremata dai ritardi, dalla mala gestione, dalle menzogne e dalle mistificazioni. La fiducia va guadagnata con i fatti, non con le promesse».

«L’intervento dell’onnipresente Gianni Letta – prosegue la nota – introdotto con grande deferenza dal ministro Barca, ha sancito l’ennesimo insulto rivolto ai cittadini. Con chiaro riferimento a quelle aquilane, il dottore ha parlato di “carriole piene di bugie”, che egli ha dovuto, nel suo ruolo che ha definito di interludio, sopportare nei quattro anni del post terremoto. Bugie, quelle cui fa riferimento, che, all’evidenza dei fatti odierni, sono, invece, triste e drammatica realtà. Le carriole sono state sempre foriere di domande che non hanno mai ricevuto risposta. E di impegno e dedizione e abnegazione: il cittadino che vuole essere protagonista. Mentre si protestava sterilmente, ha affermato il dottor Letta, c’era chi, nel silenzio, lavorava. E qui ha definitivamente smascherato il suo ruolo e quello di quanti pretendono di gestirci. Qui, il dottor Letta, ha detto la verità: nel silenzio si è lavorato, all’insaputa dei cittadini che, al contrario, hanno sempre preteso trasparenza. E poi, come questa mattina, si sono snocciolati dati e decisioni, somministrati al popolo suddito».