‘Quanto sei bella stanotte’, una poesia per L’Aquila

21 marzo 2013 | 06:51
Share0
‘Quanto sei bella stanotte’, una poesia per L’Aquila

di Valter Marcone

[i]Quanto sei bella stanotte[/i]

Quanto sei bella stanotte

addormentata nei profumi di marzo

io ti guardo in silenzio stanotte

e breve o lunga che sia la strada

che resta ormai al nostro viaggio

io continuerò a scriverti poesie

come sogno di fede, d’amore e di coraggio,

città, città mia addormentata.

Ma che cos’è poesia

io non so che sia:

è ora un muto dialogo tra il muro

e le sue crepe

tra un tetto dissestato e i suoi gatti randagi

che continuano a prendervi il sole

che cos’è poesia

il rumore della pioggia sull’ombrello

tutti i giorni d’una stagione piovosa

come un pianto.

Ma che cos’è poesia

io non so che sia:

il dialogo tra le granate e le mine anticarro

d’una terra assolata e deserta

tra i piatti vuoti d’una carestia di guerra

e le bocche silenziose e sdentate

in cerca di cibo e parole

di quelle città a cui tu ora assomigli.

Che cos’è poesia

io non so che sia:

queste parole che ho usato per il ricordo

d’un mondo lontano

ch’io voglio donare al tuo cuore

quel tuo cuore che sa comprendere

le sciagure vicine e lontane

le tragedie, quelle delle altre come la tua

città sorella di altre sorelle.

Che cos’è poesia

io non so che sia:

è forse ora pazzia, la pazzia di chi

ama la poesia

è tutta pazza la poesia ma d’amore

questo lo so, amare con la stessa fantasia

la poesia che non è pazzia.

La poesia di una città questa è poesia

una città stanotte che dorme

distesa nel sonno d’un sogno.

[url”Torna al Network ‘Le Stranze della Poesia’”]http://ilcapoluogo.globalist.it/blogger/Valter%20Marcone%20-[/url]