Ricostruzione: il punto della situazione

21 marzo 2013 | 21:18
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Ricostruzione: il punto della situazione

di Antonella Calcagni

«In questi anni abbiamo riempito stanze di carte ma nessuno ci ha detto quanto ci daranno ogni anno per ricostruire la città. I soldi della delibera Cipe ancora non arrivano nelle casse del comune». Questa la premessa dell’assessore Pietro Di Stefano alla illustrazione del cronoprogramma. Un vero guanto di sfida per il governo al quale si chiede un miliardo l’anno per avere gran parte della città ricostruita entro il 2018 attraverso il ripristino del plafond cassa depositi e prestiti.

Il contenuto del documento è ormai noto: priorità nell’anno in corso dell’asse centrale, gli altri quarti al via l’anno prossimo. Per le frazioni si comincia da quelle più danneggiate: Onna, Tempera e così via.

{{*ExtraImg_109552_ArtImgRight_300x187_}}La prima doccia fredda è giunta da Pierluigi Properzi: «Se dovessimo stare al regolamento dell’ufficio speciale l’atto non potrebbe essere esaminato visto che manca il parere di congruità imposto da Aielli». Sul documento Properzi ha presentato un emendamento (che porta la firma di tutte le opposizioni) teso a ridurre il valore prescrittivo del provvedimento e mantenerne il valore ricognitivo e di indirizzo. Ancora: «I tanti errori nelle cartografia toglierebbero il valore prescrittivo e sarebbe impugnabile». Dopo una lunga discussione la seduta è stata aggiornata.

Fare presto: questo il [i]must [/i]del sindaco Cialente: atto da votare con orgoglio. Il consigliere Alessandro Piccinini ha sottolineato che la priorità dell’asse centrale contraddice i criteri della stessa legge Barca che intende favorire il rientro delle popolazioni in tutto il centro. Angelo Mancini ha sottolineato che la mozione dell’asse centrale di due anni fa, fa il paio con il cronoprogramma di ieri chiedendo di ritirare la delibera. Come si fa a prendere seriamente un documento sul nulla?

L’assemblea ha poi approvato fra le altre cose l’ordine del giorno del consigliere Ettore Di Cesare sul “riconoscimento della cittadinanza onoraria ai minori nati nel territorio italiano, figli di immigrati regolari, residenti all’Aquila, circa 700.