Fiducia: training autogeno del ministro Barca

di Antonella Calcagni
Una sorta di [i]training [/i]autogeno che sembra non aver portato alcuna novità rispetto al quadro già noto della ricostruzione se non la solita ramanzina contro i “gufi”. Così ha definito il ministro Fabrizio Barca, in occasione della sua visita all’Aquila (auditorium di Lettere), coloro che continuano a criticare e ad essere pessimisti sulla ricostruzione.
È andato oltre, l’inviato speciale del Governo, elencando 17 punti figli della sfiducia e chiarendo come i gufi siano stati sconfitti: «Abbiamo dimostrato che il concorso non è stato bloccato, che le regole ci sono e che è stato fatto secondo le procedure di legge (dal punto uno al 3). Assunzioni opache all’Ufficio Speciale? Neanche per sogno, i formatori sono fondamentali per i neo assunti. Ancora: è falso che l’ufficio speciale sia fermo, come pure che il PdR sia vago.
Eppoi non è vero che tornare all’ordinario sia stato disastroso e che manca la cassa per le risorse della delibera Cipe visto che è alla firma del ministro Grilli la variazione di Bilancio che consentirà di liberare le somme».
Rinviate al mittente anche le critiche sulla zona franca. Contro i 17 punti della sfiga, Barca ha portato un antidoto: un’ampollina di Bergamotto la cui essenza, ha detto, fa diventare ottimisti. La platea non ha mostrato di gradire la velata presa in giro nei confronti dei “gufi” aquilani. Concetto rinvigorito da Gianni Letta: «Di figli della sfiducia ne abbiamo raccolti a carriolate», ha esclamato, suscitando l’ira della platea; di coloro che non si sono lasciati convincere dal training autogeno del ministro: fiducia, fiducia e ancora fiducia.
Dunque, al di là dell’arcinoto cronprogramma mostrato con [i]multicolor [/i]slides illustrate anche dal sindaco Massimo Cialente e dal capo dell’Ufficio Speciale, Paolo Aielli, non ci sono stati elementi di novità. «Tutto ciò, serve al Paese per comprendere che L’Aquila va ricostruita in cinque anni – ha aggiunto il sindaco Cialente – e questo è il compito minimo che il Paese stesso dovrà assumersi. Perché tutto il comune venga ricostruito, servono ancora 7 miliardi di cui 6 solo per L’Aquila con un mld l’anno. Ognuno dovrà fare la sua parte, come in una regata».
Anche lo “[i]skipper[/i]” Barca ha ammesso che è impossibile ricostruire a colpi di delibere Cipe e che è necessario ripristinare il plafond con cassa depositi e prestiti. Questione sulla quale lo stesso solo qualche mese fa sembrava avere tesi opposta: «Scordatevi la cassa depositi e prestiti», disse a chiare note. Mentre Barca parlava, alcuni giovani attaccavano sule pareti della sala un volantino sulla festa della non ricostruzione prevista per domani. Invece all’ingresso dell’aula magna ad un ragazzo è stato sequestrato uno striscione critico sul concorsone. L’ultima stima sulla ricostruzione dell’Aquila e del cratere parla di 8-10 anni per il completamento della ricostruzione per un totale di circa 10 miliardi di euro aggiuntivi.
«La ricostruzione – ha aggiunto Gianni Chiodi – è iniziata il giorno dopo il terremoto. Non si tratta soltanto delle aperture dei cantieri ma di tutte le attività propedeutiche, compreso il miglioramento delle normative». Sono al momento 2.361 i cantieri aperti all’Aquila a breve 50 ne saranno aperti in centro.
Il capo dell’ufficio Speciale, Paolo Aielli, ha spiegato il progetto [i]Open data[/i] che darà la possibilità a ciascun cittadino cliccando sul proprio aggregato di avere una scheda aggiornata sui tempi dei lavori e la fine degli stessi. La visita del ministro e della folta delegazione, compreso il nipotino del ministro Tito, di sole 4 settimane, ha proseguito il giro di quattro aggregati che il giorno precedente erano stati bollinati. Ossia era stato applicato su ognuno la scheda sullo stato dei lavori.