«Omosessualità, una malattia causata dai vaccini»

22 marzo 2013 | 16:02
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«Omosessualità, una malattia causata dai vaccini»

“Arcigay Massimo Consoli L’Aquila” chiede immediate e tempestive prese di posizione da parte del Movimento 5 stelle abruzzese, lombardo e nazionale per le parole aberranti dell’attivista del M5S Lombardia Gian Paolo Vanoli che in preda ad una evidente crisi di mitomania ha dichiarato che «l’omosessualità sarebbe una malattia causata dai vaccini iniettati ai bambini in tenera età, assieme all’autismo (di cui l’omosessualità stessa sarebbe una manifestazione)».

«Ciò ci lascia interdetti – scrive l’associazione – anche alla luce dell’appoggio che molti omosessuali hanno dato al M5S in campagna elettorale (gli ex candidati abruzzesi e non solo, alle Camere hanno sottoscritto la campagna “Tempo scaduto” indetta da Arcigay Italia)».

«È inaccettabile e ridicolo – prosegue – che nel 2013 un guru della medicina “alternativa”, che si autoincensa di importanti collaborazioni in ambito scientifico (vere o presunte) dichiari che i gay siano malati (Contravvenendo alla stessa linea tracciata dall’ Oms), che l’omosessualità sia un “male” che si trasmette di genitore in figlio e che questa porterà alla rovina del genere umano: è paradossale, grottesco, sessista e repellente che lo stesso al contempo si vanti per aver fatto tornare il ciclo mestruale alla moglie sessantenne, facendole bere le sue stesse urine».

«È altrettanto improbo, grave, inopportuno e criminoso – continua la nota – che si neghi l’esistenza dell’ Hiv e che venga messa persino in dubbio la sua correlazione con l’ Aids, malattia ad oggi incurabile, che miete migliaia di vittime in tutto il mondo e che solo con il profilattico e con il test può essere prevenuta. “Arcigay L’Aquila” richiede un immediato intervento dei vertici del Movimento 5 stelle, Beppe Grillo, Casaleggio, i capigruppo del Senato e della Camera, dei gruppi locali ed in particolare di quello lombardo, perché si prenda una posizione netta ed emblematica di ciò che si intende fare per il nostro avvenire, che con le parole del Vanoli, viene catapultato ai tempi della caccia alle streghe».

«Come già ricordato più volte in campagna elettorale – conclude il gruppo – non faremo sconti a nessuno durante questa legislatura, aldilà dello stemma e delle casacche e non accetteremo in alcun modo che “scienziati da televendita” parlino a nome di una realtà politica a cui abbiamo dato fiducia e ai danni delle nostre conquiste sociali e della nostra dignità di esseri umani nella pienezza delle loro facoltà intellettive».