Panathlon: 100 anni di sport gialloverde

22 marzo 2013 | 12:19
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Panathlon: 100 anni di sport gialloverde

di Alessia Lombardo

Concorrenza collaborativa tra gruppi militari per far sì che l’Italia Olimpica diventi ancor più competitiva contando anche sull’ ‘arruolamento’ di giovani sportivi.

È il messaggio lanciato nel corso dell’incontro tra il Panathlon Club L’Aquila e il Centro Sportivo delle Fiamme Gialle ospitato nella sala conferenze della Casa del volontariato all’Aquila, in cui sono intervenuti il generale Domenico Campione e il colonnello Vincenzo Parrinello.

All’evento battezzato dal presidente del Panathlon, Fulgo Graziosi, hanno preso parte anche il generale Michele Carbone, arrivato da poco all’Aquila, l’assessore Comunale allo Sport, Emanuela Iorio, la presidente della Fidal regionale Concetta Balsorio, il presidente della Fidal provinciale Corrado Fischione, Antonio Papponetti, Francesco Aloisio, il coordinatore di educazione fisica Antonello Passacantando, il presidente dell’Aquila Calcio, Corrado Chiodi, il coach della Gran Sasso Rugby, Pierpaolo Rotilio, e una delegazione del rugby club ‘Vecchio cuore neroverde’.

Prima dell’inizio dei lavori, moderati dal giornalista Demetrio Moretti, è stato osservato un minuto di silenzio per la scomparsa di Pietro Mennea, velocista italiano che frequentò l’Isef all’Aquila.

Un lungo pomeriggio che si è aperto con la visione di un filmato dedicato ai 100 anni di sport gialloverde, con le immagini di Londra 2012 che hanno strappato fragorosi applausi ai presenti.

A presentare la monografia ‘1911-2011. Un secolo in gialloverde’, con un’edizione a tiratura limitata per sostenere l’Emilia terremotata, è stato il generale Domenico Campione. «La storia – ha spiegato va dal 1911 al 2011. Dal 1911 le gare sono state svolte in occasione del cinquantenario del Regno d’Italia. C’è stato un lungo periodo di preparazione e organizzazione. Nel 1920 fu creata la scuola alpina a Predazzo divenuto poi centro di eccellenza di sci. Nel 1930 si è formato il Gruppo atletico fiamma gialle, poi i gruppi di canoa e canottaggio. Successivamente fu la volta del gruppo della vela e del judo. Negli anni ’20 c’erano due squadre di pallavolo e pallacanestro, introdotta dal maresciallo Giordani, poi tecnico famoso della ‘palla a cesto’».

Una storia sportiva di pari passo con le vicende politico-militari del Paese, tanto da subirne stop coatti e cambiamenti.«Dopo la Seconda Guerra Mondiale fino all’ ’82 – ha proseguito nel racconto – c’è stato un trionfo agonistico, un periodo definito la ‘valanga azzurra’ dal ’68 al ’76».

In 100 anni di storia dello sport l’unico abruzzese è stato il dirigente generale Gaetano Simoni, nato a Chieti, reggente dal ’29 della Fidal centro-meridionale, dopo 30 anni divenne presidente della Fidal dal ’59 al ’61.

Ad oggi le discipline praticate dalle Fiamme gialle sono 11; nelle recenti Olimpiadi di Londra 2012, in cui l’Italia si è classificata in ottava posizione i gialloverdi hanno portato a casa 6 medaglie + 1 nelle Paralimpiadi con Martina Caironi.

Sulle tematiche legate alle Olimpiadi il colonello Vincenzo Parrinello, vice presidente della Fidal, si è soffermato sulla globalizzazione tecnica e sulla provenienza dei partecipanti a Londra 2012. «Oggi – ha spiegato – assistiamo a un fenomeno di globalizzazione tecnica, con allenatori che indossano maglie di altri Paesi, facendo vincere delle medaglie improbabili. A Londra hanno partecipato 290 atleti di cui 182 militari».

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«Scherma, tiro a segno, nuoto e canottaggio – ha proseguito – sono gli sport in cui l’Italia raccoglie di più. Occorrerà diventare ancor più competitivi nelle discipline in cui siamo fuori dal medagliere».

Cruciale la valorizzazione dei giovani per garantire continuità alla storia sportiva. «Abbiamo 850 sezioni giovanili a Ostia, Sabaudia, Predazzo. Non è facile introdurre ragazzi che non indossano le divise. Bisogna far sì che vedano gli sportivi come modelli, come campioni da imitare».

Dopo la proposta bizzarra di Papponetti, ovvero portare all’Aquila un gruppo giovanile da crescere nella caserma della Guardia di Finanza, progetto al momento arduo da percorrere, si sono gettate le basi per un’altra iniziativa. Con l’idea lanciata da Francesco Aloisio su un campus di educazione civica, c’è stato il benestare del duo Campione-Parrinello. Un’esperienza multidisciplinare che vedrà i ragazzi non solo alle prese con il rugby, ma anche con l’inglese sportivo, le nozioni sul Parlamento, il cibo e altre materie di educazione civica.