
di Claudia Giannone
Non è molto difficile, al momento, fare il punto della situazione nel capoluogo abruzzese. I punti guadagnati dai rossoblù nelle ultime partite si possono benissimo contare su una sola mano: solo due in tre match. Un bottino troppo magro, in realtà. E una prestazione totalmente da rivedere, se vogliamo dirla tutta. Ecco la breve descrizione del team di Maurizio Ianni in poche righe.
Dopo grandi risultati contro le squadre dei piani alti, L’Aquila affoga in un bicchier d’acqua. Con Campobasso, Martina Franca e Borgo a Buggiano, i rossoblù si sono letteralmente spenti, trovandosi a dover contrastare squadre che, dai gradini più in basso, con ogni tiro riuscivano a sovrastare i terzi della classifica.
Ma adesso c’è il Melfi, un avversario non importante dal punto di vista della classifica: che ora si riesca a guadagnare terreno è quasi irrilevante. La cosa che conta davvero è che si riesca a riacquistare qualcosa per quanto riguarda l’onore.
E ora la società, con un bel problema tra le mani, cerca l’appoggio dei propri tifosi. Queste le parole del CdA nell’ultima riunione.
«La società, pur consapevole del contingente momento di difficoltà che la squadra sta attraversando, ha rimarcato la globale positività di una stagione che vede L’Aquila al terzo posto (dunque in piena zona play off e con intatte le possibilità di ambire al salto di categoria) rinnovando poi la fiducia nelle potenzialità dell’organico ed invitando coloro i quali vogliono il bene dei colori rossoblù a tenere un atteggiamento di massima coesione, stringendosi attorno a giocatori e tecnico soprattutto in vista di una trasferta impegnativa come quella di domenica prossima sul campo del Melfi».
E allora, ancora una volta, non rimane che mettersi seduti con lo sguardo fisso su L’Aquila Calcio ad aspettare: aspettare che qualcosa cambi, che qualcosa succeda, che qualcosa arrivi. Perché è ancora questa la speranza di chi ci crede: vedere che finalmente qualche sogno si avvera, e che qualche sforzo non è risultato vano.
E in questi momenti la cosa fondamentale è il rispetto, da entrambe le parti: non solo gli ultras devono credere fino alla fine, ma è anche la squadra a dover dare qualcosa in cui credere.