
E’ scontro in Consiglio regionale sulla nuova legge elettorale regionale, in discussione stamattina. Sembrava tutto pronto, con accordi sostanzialmente già siglati. Invece sono arrivate le contestazioni.
Due sono i punti che hanno fatto slittare i lavori al pomeriggio. Il primo riguarda la doppia preferenza, o preferenza di genere (possibilità di dare due voti, purché i candidati siano di sessi diversi sessi). Il secondo, invece, è sullo sbarramento.
Attualmente la legge fissa al 2 per cento la soglia per partecipare alla ripartizione dei seggi per i partiti che vanno in coalizione, al 4 invece per i partiti che corrono da soli. Il Pd vorrebbe alzarle al 4 e al 6 per cento.
In mattinata c’era stata una conferenza dei capigruppo per cercare un’intesa mai arrivata. Per questo i capigruppo hanno deciso di rivedersi di nuovo.
Alla notizia della richiesta di sospensione, arrivata dall’opposizione, c’é stata la protesta di Lorenzo Sospiri (Pdl), presidente della Commissione speciale per la legge elettorale e per le modifiche e l’attuazione dello Statuto.
Sulla doppia preferenza di genere si era ipotizzato di procedere con il voto segreto, ma a quel punto è insorto un fronte trasversale di consiglieri donne che hanno chiesto al contrario il voto palese. «Non vorremmo che ci stessero preparando una trappola», hanno dichiarato Nicoletta Verì (Gruppo Misto) e Marinella Sclocco (Pd).
Sulle polemiche è intervenuto anche il governatore Gianni Chiodi che si trova a Roma dove ha appena ascoltato il premier incaricato Pierluigi Bersani con gli altri presidenti di Regione.
«Il fatto che abbiamo deciso di ridurre i consiglieri da 45 a 31 imporrebbe l’abbandono di un quorum – ha commentato Chiodi – anche perché pure con il semplice proporzionale per garantire l’elezione di una lista servirebbe almeno il 4%». Quanto al resto, Chiodi spiega: «da tempo mi sono espresso per il voto disgiunto e di genere». Il presidente della regione Abruzzo nel pomeriggio incontrerà il ministro Barca per l’intesa quadro sull’Abruzzo.