Legge elettorale regionale: «Più ingovernabilità, meno donne»

«Più ingovernabilità, meno diritti di scelta, meno donne». In questo modo, secondo Camillo D’Alessandro capogruppo del Pd in Regione, può essere riassunta e definita la legge regionale «approvata da una maggioranza – aggiunge – che spera così di avere qualche possibilità in più di rivincere le elezioni». «Non sarà certo il nostro ostruzionismo – commenta D’Alessandro – a offrire la scusa alla maggioranza per tenere in vita il listino. Noi abbiamo posto tre questioni che riguardano l’idea della democrazia che abbiamo. Le leggi elettorali si fanno per il buon funzionamento di una istituzione, non certo per auto conservarsi o per la paura».
«La prima questione – spiega il consigliere – è sbarramento per evitare l’ingovernabilita. Con la legge approvata con il modesto sbarramento al 2%, la maggioranza condanna l’Abruzzo al rischio ingovernabilità con possibile pluri mono gruppi, con un solo eletto, che non solo renderanno ingovernabile la Regione, ma costeranno caro alle casse regionali per le spese di funzionamento dei gruppi. Tra l’altro questa è una idea di democrazia al contrario, rovescia l’esito elettorale».
«La seconda questione – aggiunge D’Alessandro – è la parità di accesso alle cariche elettive tra uomini e donne. Noi abbiamo proposto l’introduzione della doppia preferenza di generale con parità di uomini e donne nelle liste. Nella maggioranza è prevalsa la chiusura».
«La terza questione – conclude il consigliere – è il voto disgiunto , meccanismo che dà diritto ad un cittadino di scegliere il proprio consigliere e il proprio presidente. Con l’approvazione di questa legge invece viene cancellato questo diritto, evidentemente la paura fa novanta rispetto alla disponibilità di candidati polari del centro-sinistra rispetto all’uscente Chiodi».
Di parere diverso è Lanfranco Venturoni, presidente del gruppo Pdl in Consiglio regionale, secondo cui «le regole non appartengono né alla maggioranza né alla minoranza, si scrivono insieme». «La legge elettorale, in particolare – aggiunge – deve assicurare funzionalità e rappresentanza democratica, non è materia che possa prestarsi a speculazioni politiche di parte. Per questo, al di là di qualche diversità di opinione, ritengo che il risultato colto oggi con l’approvazione della nuova legge elettorale regionale debba essere considerato un vanto per l’intera assemblea».
Venturoni ha inoltre sottolineato nel suo intervento in aula come tale riforma «segni un ulteriore passo in avanti nel cammino di riduzione dei costi della politica iniziato in tempi non sospetti dalla Regione Abruzzo con la modifica statutaria del numero dei consiglieri regionali che, nella prossima legislatura, passeranno da 45 a 31».
«La legge elettorale – ha continuato il presidente del gruppo consiliare del Pdl – non soltanto conferma l’eliminazione del listino ma assegna alla maggioranza che vincerà la prossima competizione elettorale la rappresentanza necessaria ad assicurare la governabilità tutelando nel contempo, con lo sbarramento del 2% e del 4%, le forze politiche cosiddette minori che volessero concorrere in coalizione o anche da sole. Non ultimo – ha concluso Venturoni – vorrei rivolgere un caloroso ringraziamento al collega Lorenzo Sospiri per l’ottimo lavoro condotto dalla commissione speciale da lui presieduta e ai colleghi che hanno arricchito di contributi la discussione e permesso alla nostra Regione, ancora una volta, di dimostrarsi all’avanguardia in questa delicata fase di ripensamento e riorganizzazione delle nostre istituzioni».
Moderatamente soddisfatto anche il consigliere regionale del Prc Maurizio Acerbo. «Rifondazione Comunista – ha spiegato – si batte da anni per l’abolizione del listino (il porcellinum regionale), cioé la quota di consiglieri che vengono eletti senza essere stati votati dai cittadini. Da anni tutti dicono di voler abolire il famigerato ‘listino’, poi si trovano sempre scuse per non farlo e rimandare alla prossima volta. Raggiunto l’accordo sulle soglie di sbarramento ho ritirato i miei 1000 emendamenti al fine di rendere possibile una rapida approvazione della legge e conseguire un risultato che i cittadini attendono da anni». «Il voto dell’opposizione di sinistra – ha aggiunto – è stato determinante per approvare la legge. Dispiace che il Pd abbia continuato con l’assurda proposta dello sbarramento al 6%, con argomentazioni fuori luogo sulla governabilità che non hanno senso in un sistema iper-maggioritario come quello regionale».
«Purtroppo – ha sottolineato Acerbo – è stato respinto l’emendamento per la doppia preferenza di genere. La paura di una maggiore competitività elettorale delle donne ha contagiato centrodestra e centrosinistra. Il voto segreto richiesto da Pdl e centristi ha consentito anche a gran parte del centrosinistra di non votare a favore. D’altronde la proposta già avanzata da Rifondazione nella precedente legislatura fu bloccata proprio dal Pd, o meglio dall’allora capogruppo, Donato Di Matteo. Torneremo alla carica con una proposta legislativa specifica che riprenda integralmente le proposte di ‘Se non ora quando’».
Il Consiglio regionale, prima dell’inizio della discussione sulla nuova legge elettorale, ha approvato all’unanimità la relazione del presidente Gino Milano sull’attività svolta nel 2012 dalla Commissione di Vigilanza. Via libera anche alla risoluzione che impegna il presidente della giunta Gianni Chiodi ad attivarsi affinché la Regione proceda all’acquisizione (al prezzo simbolico di un euro) del pacchetto azionario di Sviluppo Italia Abruzzo, provvedendo al reinserimento nelle strutture regionali dei 19 dipendenti e valorizzando il patrimonio immobiliare e gli incubatori d’impresa della società.