
Il Dodo è il simbolo degli uccelli estinti, ma è in compagnia di almeno mille altre specie di uccelli che nel periodo compreso fra 3.500 e 700 anni fa sono state cancellate dalla faccia della Terra a causa della deforestazione provocata dall’uomo.
A ricostruire la ‘famiglia’ degli uccelli ormai scomparsi che popolavano l’Oceania è uno studio coordinato dalla società zoologica di Londra e pubblicato sulla rivista dell’accademia delle scienze degli Stati Uniti (Pnas).
Circa 4.000 anni fa le isole tropicali del Pacifico erano un paradiso inviolato, ma l’arrivo dell’uomo ha rapidamente trasformato questi luoghi attraverso la caccia e la deforestazione.
La vittima più celebre è stata senz’altro il Dodo, il grande uccello di 30 chili, goffo e incapace di volare, che per le sue caratteristiche è stato più volte preso in simpatia da letteratura e fumettistica. Quantificare però il danno prodotto dall’uomo agli ecosistemi degli arcipelaghi del Pacifico è risultato finora un lavoro molto difficile a causa della scarsità di prove fossili.
Utilizzando nuove tecniche che combinano informazioni genetiche e prove fossili, i ricercatori britannici sono riusciti a ricostruire l’esistenza di un gran numero di specie, scomparse senza lasciare nessuna traccia fossile. Lo studio ha identificato ben 160 ‘nuovi’ diversi tipi di uccelli terrestri, ossia incapaci al volo e con zampe strutturate per muoversi sulla terra.
«Se poi tenessimo conto – ha aggiunto Tim Blackburn, responsabile dello studio – di tutte le altre isole del Pacifico e anche degli uccelli marini e canori, il bilancio totale dell’estinzione è stato probabilmente di circa 1.300 specie di uccelli».