
di Antonella Calcagni
Il sindaco Massimo Cialente lancia il suo grido di battaglia per dare il via alla mobilitazione per la ricostruzione.
«’Foglio di via’ per il Prefetto e per tutte le articolazioni dello Stato nella nostra città se il governo non ci darà il miliardo l’anno necessario alla ricostruzione attraverso la Cassa depositi e prestiti per un totale di 5 miliardi».
Del resto la partita dei fondi per la ricostruzione si giocherà nei prossimi 8 mesi con il nuovo governo. Per l’anno in corso dovrebbero bastare, ma neanche tanto, i 54 milioni di euro della gestione stralcio e quelli della delibera Cipe. Anche in questo caso si tratta di “pagherò” che non diventano ancora cassa per il Comune dell’Aquila.
Secondo i pronostici del primo cittadino i 54 milioni dovrebbero essere nelle casse del comune la prossima settimana, quelli della delibera Cipe una decina di giorni dopo. L’arrivo di liquidità consentirà al dirigente Vittorio Fabrizi di riprendere la pubblicazione dei buoni definitivi sospesa in attesa dell’arrivo dei fondi. Per il prossimo anno e per quelli a venire la partita sarà tutta da giocare: le occasioni saranno la legge di stabilità e il documento finanziario. «Se lo Stato abbandonerà L’Aquila, L’aquila caccerà lo stato – rilancia il sindaco Cialente –- La rivolta contro i tiranni sarà sacra. Abbiamo fatto tutto quello che ci hanno chiesto di fare. Lo Stato deve sapere che è in debito con i cittadini aquilani. Gli aquilani dovranno essere pronti ad una grande mobilitazione visto che in ballo c’è tutta la città».
Sempre a proposito di ricostruzione l’assessore Pietro Di Stefano ha reso noto che sono giunte 45 proposte per l’appalto della scuola De Amicis ubicata in piazza san bernardino, i cui lavori potrebbero partire prima dell’estate.
Questa mattina intanto in consiglio comunale giungerà per la seconda volta il crono programma per la ricostruzione sul uale è stato presentato un emendamento di Appello per L’Aquila: «Vogliamo dare ai cittadini la possibilità di verificare periodicamente se gli obiettivi fissati sono stati raggiunti o meno, dati alla mano e senza chiacchiere. Vogliamo nel tempo poter valutare se l’obiettivo della ricostruzione completa in cinque anni è concreto e compatibile, se agli impegni presi stanno corrispondendo i fatti (cosa mai accaduta). Senza i consueti rimpalli di responsabilità perché ora non ci sono più scuse visto che tutta la ricostruzione è in mano al Comune. Per questo ci siamo concentrati su questo aspetto proponendo un emendamento per il monitoraggio e la verifica trimestrale dell’attuazione. Invitiamo tutti a monitorare e verificare trimestralmente lo stato di attuazione del cronoprogramma».