L’Aquila: un capoluogo part-time

27 marzo 2013 | 15:31
Share0
L’Aquila: un capoluogo part-time

di Alessia Lombardo

Chi sperava in un impegno totale della città nell’ardua fase della ricostruzione sarà sicuramente rimasto deluso. L’Aquila, definita in passato il cantiere più grande d’Europa, si presenta oggi come una città part-time.

Politici a metà, uffici con orario ridotto, giorni prestabiliti per espletare pratiche e iter burocratici vari. È un dato di fatto.

Nelle scorse settimane tante critiche aveva trascinato a sé il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, con la scelta di tornare a lavorare all’ospedale San Salvatore, ovviamente con un ruolo non operativo, ma burocratico. Dopo il polverone sollevato sono apparse davvero vane le giustificazioni del primo cittadino che aveva indicato altri esempi in Abruzzo di sindaci part-time.

La gente infuriata per lo ‘sgarbo’ aveva ribattuto: «L’Aquila non è una città come le altre, ha la ricostruzione da portare avanti».

La delusione dei cittadini, alle prese con un quotidiano davvero difficile – dal Progetto C.a.s.e. che cade a pezzi, al Cas, ai costi stellari degli affitti, al miraggio del rientro nelle abitazioni in centro storico – aumenta per le ore di apertura dell’ufficio relazioni pubbliche comunali.

A quasi quattro anni dal sisma del 6 aprile 2009, tre giorni di apertura e sole otto ore settimanali appaiono davvero poche per gli aquilani terremotati.

Negli uffici comunali di via Rocco Carabba alla lettura del cartello ‘Assistenza alla popolazione’ si è colti da un mix di risate e sconcerto. «Gli uffici: Cas, Affitti concordati, C.a.s.e/ Map e fondo immobiliare seguono i seguenti orari: lunedì 9-12, mercoledì 15.30-17.30, venerdì 9-12» , recita l’avviso. Della serie oggi o mai più.

C’è chi non risparmia neanche l’assessore alla Cultura, Stefania Pezzopane, notoriamente amatissima e votatissima dagli aquilani, che l’hanno mandata perfino a Palazzo Madama.

Lo stand-by della neo senatrice in balia dell’effimero Governo con il mandato esplorativo di Bersani, fa puntare il dito su un temporeggiamento tattico riguardo eventuali dimissioni comunali. Tanta, forse troppa dietrologia per le menti dell’Aquila brontolona.

In attesa di rinforzi, negli uffici si fa quel che si può, anche se si è comuni cittadini. Per esempio riconsegnare chiavi di un’abitazione del progetto C.a.s.e., ormai vuota da mesi, su richiesta di una dirigente, dopo che per puro caso ci si è accorti di un doppio assegnatario. L’impegno c’è bisogna dirlo.

Nelle conclusioni non può mancare l’ormai nota essenza di bergamotto, citata dal ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, nella visita primaverile di qualche giorno fa. Qualora l’effetto placebo dell’olio fosse davvero garantito, ci sarebbe anche la sensazione della moltiplicazione (vedi il Vangelo con pane e pesci) delle ore e dell’impegno per una città in ginocchio?