Scimmie rubate, un mercato che uccide

27 marzo 2013 | 13:25
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Scimmie rubate, un mercato che uccide

Almeno tremila grandi scimmie, dagli scimpanzè ai gorilla, vengono catturate e vendute illegalmente ogni anno, un numero che potrebbe portare questi animali all’estinzione in breve tempo. L’allarme è stato lanciato da un rapporto della [i]Great Apes Survival Partnership[/i] (Grasp) dell’Onu.

Secondo i numeri del documento, intitolato ‘[i]Stolen Apes[/i]’, tra il 2005 e il 2011 sono stati presi oltre 22mila esemplari, per il 64% scimpanzè. La cifra è stata stimata esaminando confische e rapporti in tutto il mondo, e potrebbe essere anche superiore. «La cattura illegale delle grandi scimmie non è un fenomeno nuovo – afferma Achim Steiner, direttore esecutivo dell’agenzia Onu per l’ambiente – ma le dimensioni che emergono sottolineano quanto sia importante che la comunità internazionale rafforzi la vigilanza».

Le scimmie sono catturate di solito in Africa centrale e occidentale e contrabbandate in Asia e Medio Oriente. In paesi come Arabia Saudita, Emirati Arabi e Libano questi animali sono comprati per essere ‘esibiti’ in grandi giardini privati. In Asia invece sono destinati prevalentemente a zoo e parchi, con gorilla e scimpanzè che hanno come principale destinazione la Cina, mentre Thailandia e Cambogia hanno registrato casi di orangutan costretti a combattere tra loro.

I guadagni dei contrabbandieri sono molto alti, sottolinea il documento. Un orangutan può fruttare mille dollari, mentre per un gorilla il mercato nero può pagarne fino a 400mila.

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