
di Antonella Calcagni
Quando mostra trionfante il suo badge le mani tremano dall’emozione. Dovrà timbrarlo ogni mattina in entrata e in uscita per tutta la vita, fino alla pensione. Ce l’ha fatta Daniela Ronconi, la prima a firmare il contratto del concorsone, insieme agli altri 299 colleghi che in tempo di crisi nera sono riusciti ad avere il posto fisso grazie alla ricostruzione dell’Aquila.
Laureata in Scienze Ambientali, Daniela ha trascorso una vita da precaria prima nel centro funzionale della Protezione Civile, poi al Dicomac e alla Sge e finalmente al Comune dell’Aquila. Ora le sue energie saranno spese per la ricostruzione della sua città.
Il primo giorno di lavoro per gli assunti al Comune dell’Aquila e per i vincitori del Ministero, sarà il 2 aprile prossimo. Data scelta anche per evitare che qualcuno possa prendere a pretesto la scaramanzia del pesce d’Aprile che cade peraltro nel giorno di Pasquetta. Negli altri comuni il primo cartellino si timbrerà l’8 aprile prossimo.
I vincitori hanno firmato una marea di carte ieri nell’aula magna del Dipartimento di Scienze Umane di Viale Nizza prima di siglare il “contrattone”. Lo hanno sognato per anni e finalmente si è materializzato davanti a loro occhi. A volte i sogni possono diventare realtà. Le operazioni di firma dei contratti sono andate avanti per tutto il giorno alla presenza dei vertici del Formez e del presidente Carlo Flamment per il quale il concorso dell’Aquila rappresenta una parte importante del proprio “medagliere”. Il concorso più breve della storia, ma anche il più criticato.
I posti che si sono liberati a seguito dell’opzione dei plurivincitori torneranno in ballo. Subito dopo Pasqua, dunque, potranno subentrare altri idonei. Fuori dall’aula magna c’è il fiume dei vincitori in attesa. Cercando di captare informazioni dall’interno dove potranno entrare solo quando toccherà al proprio profilo concorsuale.
Sono ragazzi puliti, coraggiosi e con tanto entusiasmo di cominciare una nuova vita all’Aquila. Sono consapevoli che sarà arduo coltivare relazioni sociali in una città dove è difficile incontrarsi.
«Non mi preoccupo –- spiega Angela Cristini, abruzzese -.– Siamo tanti e condividiamo le stesse ansie. Cercheremo di aiutarci. Nella peggiore delle ipotesi nel fine settimana tornerò a casa». Sarà invece molto più difficile tornare a casa per Giuseppe, siciliano. Per lui questo è stato il primo concorso e lo ha vinto. «Quanto conta il fattore C…?». Sorride Giuseppe: «ho studiato molto, comunque credo che nella vita avere un pizzico di fortuna sia importante».
Alcuni ragazzi chiedono, si informano, sono un po’ spaesati perché non sanno neanche come raggiungere la propria sede di lavoro. Le ultime settimane sono state dedicate alla spasmodica ricerca di un alloggio. Per Giuseppe non è stato difficile: dividerà un appartamento con altri due colleghi nel quartiere della Torretta. I prezzi? «Abbordabili – spiega Giuseppe – medi». Ciro La Medica, pugliese che vive a Bologna, vincitore di un posto da funzionario geometra: «Ho provato a fare il concorso – racconta – perché volevo dare una mano per portare avanti un lavoro così importante e unico. Il miraggio del posto fisso mi ha dato la spinta a provarci. Prima ero consulente tecnico all’associazione dei costruttori edili».