
Dopo anni di attesa e le polemiche sui ritardi e la lievitazione dei costi, è finalmente una realtà il sogno europeo di avere un sistema satellitare globale di navigazione indipendente da quello statunitense.
I primi 4 satelliti di Galileo, il sistema di geo-radiolocalizzazione interamente europeo, sono entrati in funzione e sono in grado di trasmettere sulla terra i primi dati. L’annuncio arriva però circa un decennio dopo la presentazione del progetto da parte dell’Unione europea e dell’Esa – l’Agenzia Spaziale Europea – e tutti i preventivi di spesa sono stati sforati. I responsabili del progetto, comunque, preferiscono focalizzarsi sugli aspetti tecnici dell’operazione Galileo:
Il direttore dei programmi di navigazione satellitare dell’esa Didier Faivre: «Abbiamo il primo sistema di geolocalizzazione interamente europeo, che comprende i 4 satelliti Galileo lanciati fra il 2011 e il 2012, coadiuvati da una rete di ricettori a terra. La sua operatività è confermata e c‘è piena fiducia nelle sue possibilità future».
A regime, il sistema comprenderà 30 satelliti, ma questa prima fase è molto importante perché ha permesso le verifiche legate alla cosiddetta fase IOV, la validazione in orbita dei satelliti, proprio in vista del completamento della costellazione: «Abbiamo potuto controllare l’accuratezza del sistema di posizionamento con un margine di errore a meno di 10 metri – spiega Javier Benedicto manager del progetto Galileo – Ovviamente la performance deve ancora essere migliorata, ma la precisione aumenterà a mano a mano che gli altri satelliti verranno dispiegati e saranno potenziate le stazioni a terra. A quel punto gli utenti avranno a disposizione un maggior numero di informazioni».
Se tutto va bene, entro il 2019-2020, anche l’Europa avrà il suo sistema di geolocalizzazione, che sarà in competizione con quelli lanciati da Stati uniti, Russia, Cina e India, tutti già operativi o in via di finalizzazione.
[i]Fonte: It.euronews.com[/i]