«Ho 70 anni e tanta voglia di fare l’amore»

29 marzo 2013 | 14:47
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«Ho 70 anni e tanta voglia di fare l’amore»

di Tiziana Pasetti

«Il mio nome vero, sul giornale? Com’è che dice quello chef tanto sexy? Vuoi che muoro?»

La chiameremo Lolita, questa donna che ha tanta voglia di raccontare la sua storia.

«Prima c’erano i miei genitori, che scassavano. Poi c’era mio marito. Adesso morti tutti e tre – Dio li abbia eternamente in gloria, per carità – e a 73 anni suonati potrei essere libera, finalmente, no? E invece niente. I figli. E i nipoti. Tutti addosso. Tutti a dirti, ancora, quello che devi fare. Mamma, hai preso la pasticchina per la pressione? Nonna, ti accompagno a fare la passeggiata al parco? No. Non voglio né la pasticchina e nemmeno andare al parco con quei monelli in piena e insopportabile crisi adolescenziale. Io voglio fare l’amore. Giorno e notte».

Ha un uomo, Lolita. Ancora non vedovo, sospira lei. «Guarda che quando diventi vecchio il tempo stringe, ragazza. Al di là delle cose che ti possono accadere pure a 20 anni qui si comincia a combattere con l’ineluttabile. Non so se la morte sia un affare serio oppure no, di certo fa saltare un po’ di carte in tavola, qui. E scoccia. Soprattutto se hai qualche conto in sospeso».

«Guarda che i vecchi sono rugosi e zoppi fuori; dentro, a meno che non ti prenda l’arterio, è tutto a posto. E’ tutto molto a posto. Con lui c’era stata una storia tantissimi anni fa. Stesso ambiente di lavoro. Poi la moglie di lui, mio marito, i genitori con gli acciacchi, i figli con i problemi di crescita, insomma, ogni scusa è stata buona per entrambi. Ci amiamo tanto, ci dicevamo, ma la vita ci mette davanti alle nostre responsabilità. Ahahahahahhahaha!!! Quante storie ci raccontiamo, eh? Abbiamo interrotto la relazione. Io sono rimasta con mio marito, i figli, i genitori acciaccati e pure lui».

Lolita si toglie gli occhiali da sole, si alza dall’altalena, ha gli occhi azzurri e i capelli biondi, un caschetto curatissimo.

«Quando è morto mio marito lui è venuto in chiesa al funerale a portarmi un fiore che non marcisce. Siamo scoppiati a ridere sotto i baffi. Questo è il bello della vecchiaia, bella mia, puoi dire quello che vuoi, finalmente, senza peli sulla lingua. I giovani sanno che non devono risponderti e quelli più grandi ti prendono per pazza. E’ il paradiso».

«Come lo vedi un uomo che era bellissimo e alto e forte quando comincia a perdere i pezzi?»

Lolita si gira, sorride, i denti sono belli, chissà se sono i suoi, mi chiedo.

«Lo vedi bellissimo, se è l’uomo che hai aspettato e desiderato per una vita lo vedi ancora bellissimo. Io avevo il terrore di diventare vecchia. Credevo fosse impossibile evitare quell’odore di decomposizione che inizia prima della fossa. Ho cambiato idea sei anni fa. Quando ho spogliato quell’uomo e il suo torace, le sue ascelle, la sua bocca, avevano lo stesso sapore di quando avevamo trent’anni e ci rubavamo le more dalle labbra».

«Non ha mai preso una posizione, ancora oggi, ogni volta ha il terrore. Che lo scopra la moglie, che lo becchino le figlie. E’ un pavido ma sotto le lenzuola è un portento. Lolita, mi sono detta, un uomo lo hai assistito e due genitori pure. I figli non li hai abbandonati anche se ci sono stati attimi che li avresti buttati dal viadotto di Pietrasecca. Per vedere i patimenti dei nipoti non avrai tempo, per fortuna. Che di dolore e delusioni puoi sopportarne quanto, in una vita? Un paio di giri, poi basta. Poi voglio un bel cuscinetto di piume e per favore, ho detto a mia figlia, nella bara mettimi di fianco che altrimenti dormo male».

Ma una vita con lui non l’avresti voluta? Magari un figlio insieme? Svegliarvi insieme, il Natale, la passeggiata insieme mano nella mano alla Madonna Fore?

«Non sai quante lacrime, allora. Poi basta. Ormai recriminare non serve più. Alla Madonna Fore mano nella mano ci siamo andati centinaia di volte. Magari senza battere il sentiero principale, diciamola così. Adesso lui viene a c punto a punto s punto a punto mia. Facciamo i fidanzati. Gli ho detto ok, vieni qui, ma le lagne le lasci fuori di qui, quelle condividile con tua moglie. Qui voglio solo sorrisi e sesso, piacere. Gli dico tante cose orrende per fargli male. Non ha scelto me, se la moglie lo chiama lui corre, corre per modo di dire che c’ha un ginocchio finto».

Si rimette gli occhiali, Lolita. Guarda lo schermo del suo smartphone. Digita velocemente qualcosa. Ha unghie corte, uno smalto rosso mattone. Nessun anello.

«Mi dice ci sei sempre stata solo tu nel mio cuore, mi bacia i capelli, mi solletica i piedi. Le sue mani ancora bellissime, i suoi movimenti ancora così perentori. I nostri orgasmi, sempre belli, sempre diversi, non hanno età, non hanno niente a che fare con la mia pelle incartapecorita. Se chiudo gli occhi non ci sono rughe sul suo viso, ma neanche la giovinezza di tanti anni fa. C’è solo lui, e ci sono io. Ci siamo noi».