
di Gioia Chiostri
“Ogni anno 2.000.000 agnelli vengono uccisi per la Pasqua. Fermiamo questo massacro”. Così recita uno dei tanti appelli disseminati per la rete. Il no alla strage degli agnelli per Pasqua viene gridato in prima istanza dalla Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente, presieduta da Maria Vittoria Brambilla, che ha inaugurato una vera e propria campagna contro il consumo di carne. La Pasqua, intanto, si preannuncia all’insegna dell'[i]austerity[/i], con viaggi e acquisti di uova e colombe in calo del 10%.
Anche il luogo comune pasquale dell’agnello a pranzo, lotta contro la crisi di quest’anno, che morde: 8 italiani su 10 non andranno in vacanza durante la festività, trascorrendola in famiglia e in casa, secondo la previsione di Coldiretti. Le prenotazioni negli alberghi registrano un calo addirittura del 20% tra i connazionali, con un fatturato che Confesercenti stima in caduta addirittura del 30-40%. Eppure è proprio l’amata tradizione a risentirne di più: il boom di consumi sarà per le uova di gallina e non per le gemelle al cioccolato. Ci sarà, di fatti, un significativo ritorno alle torte fatte in casa, con cinque milioni di italiani che prepareranno da soli i dolci più tipici.
E’ questo il clima in cui si inserisce la campagna animalista per il no al massacro di agnelli e capretti: c’è chi la considera la “strage degli innocenti”, ed in effetti, aiutandosi con una bellissima poesia di William Blake (Song of Innocence, The Lamb), è proprio così: l’agnello figura l’età dell’innocente che muove i primi passi nel mondo, la beata infanzia.
«L’uccisione degli agnelli è un rito cruento, in forte contraddizione col concetto di Resurrezione, che porta con sé il rinnovamento della fede e della speranza; è un rito non necessario in una società, come la nostra, già impregnata di violenza e di morte, che serve soltanto a soddisfare gli interessi dell’industria alimentare», queste le parole della Federazione. In piazza, a Roma, con un agnello di zucchero a grandezza naturale, cartelli e striscioni, una delegazione delle associazioni aderenti (tra le quali Enpa, Lav, Oipa, Leidaa, Lega del cane, Marevivo) ha ricordato di come ad ogni Santa Pasqua, la crudeltà dell’uomo cresca repentinamente contro gli indifesi animali.
La campagna consiglia di prediligere menù alternativi a quelli a base di carne. La protesta proseguirà nelle principali piazze italiane portando avanti, con la raccolta firme per la petizione, l’idea base di chiedere al Governo e al Parlamento dieci leggi a tutela degli animali. Tra queste, si annovera la promozione di scelte alimentari senza prodotti di origine animale, la disincentivazione degli allevamenti intensivi e l’obbligo di stordimento per tutte le macellazioni.
La Pasqua, si sa, viene resa splendida attraverso la compagnia delle giuste persone, dei propri cari, dei figli vicini o lontani. Con la crisi che opprime dall’alto, e la voglia di rinnovamento sociale che spinge dal basso, il 2013 potrebbe essere l’anno giusto per cambiare un po’ le carte in tavola: il fatto che tofu in cinese significhi “carne senza osso” significherà pur qualcosa.