
di Claudia Giannone
I [i]supporters[/i] rossoblù, in un momento non troppo positivo per il [i]team[/i] della città, speravano almeno di poter fare una bella scorpacciata delle uova di cioccolato della loro squadra nel giorno di Pasqua. Carta rossa, simbolo della squadra, nastrino giallo, poi la sorpresa: il finissimo cioccolato racchiude un gadget non proprio rossoblù. Un tifoso aquilano, aprendo l’uovo di Pasqua, si è infatti ritrovato in mano niente di meno che un ciondolo del Pescara Calcio. Incredibile da credere, ma le foto iniziano a circolare sul web e le polemiche non tardano ad arrivare.
Chiunque nel territorio abruzzese conosce le vicende che hanno contrapposto le due province per anni e nessuno si sognerebbe di far saltare i nervi a persone che, nelle ultime partite, hanno già dimostrato di non essere più disposte ad illudersi dinanzi a chi non lotta per la propria maglia. Così, la battaglia ha inizio. Chi incolpa la società rossoblù, chi la squadra, chi chiede di fare piazza pulita. «Nelle altre città, tutto questo scandalo non sarebbe mai successo», ci comunica un tifoso indignato, «chiediamo delle pubbliche scuse da parte dei responsabili». Ma chiunque, ormai, ha capito che la società e il presidente, con tutta questa storia, non c’entrano nulla. Solo chi non vuole capire, continua ad additare i rossoblù come colpevoli. Ma si sa, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Per calmare le acque interviene il titolare della ditta che commercializza le uova de L’Aquila Calcio: «Oltre a L’Aquila riforniamo con uova personalizzate tante altre squadre di serie A, B, C e dilettanti, Delfino Pescara compreso. Evidentemente è capitato uno spiacevole errore nell’inserimento del gadget da parte di un operaio della ditta artigiana che ci fornisce le uova. Me ne scuso con lei e con tutti gli aquilani. Sarà nostra cura farle avere dei gadget ufficiali dell’Aquila calcio in sostituzione. La società L’Aquila Calcio non è responsabile di questo errore».Tutto è bene quel che finisce bene, sperando che errori del genere non si ripetano.
Per una volta, L’Aquila, dunque, non è responsabile. Ma sul campo, sarà tutto diverso e i rossoblù dovranno fare i conti con le proprie capacità per non essere nuovamente additati.