
di Valter Marcone
Che aspetta la notte a fondere
nell’oro la luce dell’alba,
la luce che avanza come danza
migrante nel paradiso di luna,
della luna alta nel cielo
là nel cielo,nel cielo della notte
d’una notte, di questa notte di Pesah.
Ti spio da questa valle
giorno in cui ho voce per ridire
un canto commosso
come un setaccio sfuso
sulla pasta di tutta quanta
questa umanità ora,
ora che la parola amore
si è fatta a rischio
e nelle periferie dell’esistenza
dove a fatica si può vivere,
tu aspetti come me.
Un canto nella notte, nella notte
un canto innamora il mondo
e torna nel cuore. Domandarsi
chi sei non è fatica
e questo giorno, questo giorno
ancora d’inverno
malgrado la primavera incipiente
è più chiaro
è più chiaro tra occidente e oriente
perché questa è la mattina
la mattina di Pesah, una mattina
ad un soffio di vento
dalla dolcezza d’un amore,
d’un amore che ha fatto
tremare le stelle.
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