
Il pagamento della Tares, la nuova tassa sui rifiuti, inizierà dal prossimo mese di maggio, ma i 30 centesimi in più a metro quadro previsti verranno applicati solo da dicembre. Lo ha riferito il presidente dell’Anci, Graziano Delrio precisando che la maggiorazione di 0,30 euro in più a dicembre «andrà direttamente allo Stato».
Con l’accordo sottoscritto oggi con il governo «eviteremo il deficit di liquidità – ha spiegato Delrio – che avrebbe creato grossi problemi alle imprese del trattamento rifiuti». Le scadenze per il pagamento della Tares dovrebbero tenersi a maggio, settembre e dicembre.
Per le famiglie la nuova tassa sui rifiuti, nel 2013, porterà aumenti medi di circa 80 euro rispetto ai 225 euro medi pagati nel 2012, con la vecchia Tarsu o Tia (portando la somma complessiva a 305 euro). L’aumento si aggiunge a quello già verificatosi rispetto al 2011 (+ 2,4%) e agli ultimi 5 anni (+ 14,3%). Se per le famiglie l’aumento medio della Tares sarà del 37,5%, il gettito complessivo dell’incasso dei Comuni e dello Stato crescerà del 23,8%, passando da 7,6 miliardi del 2012, all’incasso di 9,4 miliardi di quest’anno.
Il posticipo a dicembre in un’unica soluzione della maggiorazione per la parte dei servizi indivisibili dei Comuni – illuminazione pubblica, anagrafe, polizia locale – (30 centesimi al mq per tutti che possono diventare 40 centesimi), non risolve quello che è stato definito l’ingorgo fiscale estivo: il peso della tassazione è concentrato, infatti, tutto in questo mese quando ci sarà da versare anche il saldo dell’Imu. «Per questo – spiega Guglielmo Loy – segretario Confederale Uil, è fondamentale ripensare l’intera politica economica e fiscale del Paese, che metta al centro la questione di una diversa ripartizione del carico fiscale, permettendo alle famiglie, con un reddito fisso, di ‘riavere’ parte di ciò che gli è stato prelevato rimettendo in moto quei consumi che sono una parte importante della nostra economia».