
di Fabiola Farina*
Gocce rovesciate
ardono separate
l’un l’altra
ma
pur sempre insieme
a formare ombre di individui
in una piazza funerea.
Nel desiderio di sentirsi uniti…
separazione.
Nel desiderio di condividere…
ricordi isolati tenuti stretti all’interno della cera
che pare non voglia sciogliersi.
Guardando avanti
è presente il passato,
cumulo di anni e macerie.
Non si può urlare alla citta: “Alzati e Scuotiti!”
Urliamo alle pietre,
urliamo ai piloni,
urliamo inutilmente
mentre l’angoscia rifiuta l’accettazione
e la ricorrenza perpetua il dolore.
Le candele rimangono attonite
mentre le menti s’incuneano in se stesse
sigillando le bocche
che,
nel silenzio della morte,
dovrebbero chiedere aiuto
per raccontare, per rivivere, per accettare
la catastrofe,
la perdita
e
l’incessante domanda che percuote le anime:
perchè?
[i]*Scrittrice, laureata in lettere[/i]