Crollo del desiderio, quando è ‘colpa’ dell’uomo

8 aprile 2013 | 10:41
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Crollo del desiderio, quando è  ‘colpa’ dell’uomo

Meno soddisfazione sotto le lenzuola, angoscia e difficoltà interpersonali. Sono le ripercussioni ‘al femminile’ di problemi sessuali maschili come l’eiaculazione precoce, al centro di una campagna di sensibilizzazione europea presentata oggi a Madrid. Ad illustrarli è Alessandra Graziottin, direttore del Centro di ginecologia e sessuologia dell’ospedale San Raffaele Resnati di Milano.

Alessandra Graziottin ha evidenziato che «la probabilità che le donne hanno di raggiungere l’orgasmo è correlato alla durata della penetrazione», infatti «contrariamente alle precedenti convinzioni, la durata dei preliminari non ha alcuna relazione con l’orgasmo coitale». I numeri sono pesanti: secondo l’esperta «l’orgasmo coitale è raggiunto dal 53% delle partner di uomini affetti da eiaculazione precoce, contro il 78% delle donne del gruppo di controllo».

Un altro studio, ha aggiunto Alessandra Graziottin, «ha mostrato che le partner di uomini affetti da eiaculazione precoce segnalano una significativa perdita del desiderio (40,3% rispetto al 18% del gruppo di controllo), difficoltà di eccitazione (55,2% rispetto a 23,3%), riduzione di lubrificazione (37,8% rispetto a 16,1%) e segnalano in modo significativo maggiori difficoltà orgasmiche nel rapporto sessuale (51,9% rispetto a 23,9%)».

«Guardando alla dinamica sessuale della coppia – aggiunge l’esperta – l’uomo affetto da eiaculazione precoce è l”induttore del sintomo sessuale’ e la donna diventa ‘il portatore del sintomo’. Questo è il motivo per cui ogni volta che una donna lamenta disfunzione sessuale la storia clinica dovrebbe includere due domande fondamentali: com’è la sessualità di lui? Lui ha qualche problema sessuale? E il disturbo sessuale femminile più preoccupante causato dall’eiaculazione precoce è la difficoltà orgasmica».

Secondo l’esperta «il modo di esprimersi delle donne indica una chiara polarizzazione degli atteggiamenti e dei sentimenti verso il partner, a seconda della principale disfunzione sessuale maschile di cui soffre. In caso di disfunzione erettile, le donne dicono: ‘[i]Che cosa c’è di sbagliato in me?[/i]’, ‘[i]Non sono abbastanza bella[/i]’ o ‘[i]Non sono abbastanza attraente’ o ‘Non sono abbastanza sexy[/i]’ o ‘[i]Deve avere un’altra donna[/i]’, facendo auto-critica. In caso di eiaculazione precoce, le espressioni delle donne puntano su una responsabilità di lui: ‘[i]Cosa c’è di sbagliato in lui?[/i]’; ‘[i]Perché non si controlla?[/i]’ o ‘[i]Perché mi delude ogni volta?[/i]’ o ‘[i]Perché non si interessa al mio piacere?’ o ‘Perché è così egoista?[/i]’: la critica e l’aggressività sono sempre diretti contro il partner».

Per entrambi, «la mancanza di controllo porta a insoddisfazione, una sensazione che qualcosa di essenziale non è presente nella relazione, e un senso di intimità compromesso. Se non trattata, la situazione può portare ad aumento di irritabilità, difficoltà interpersonali e all’approfondimento di un divario emotivo. In conclusione, quando si tratta di un uomo affetto da eiaculazione precoce, la partecipazione della partner dovrebbe essere incoraggiata, al fine di consentire al medico di comprendere la portata del problema e di prendere in considerazione altri fattori rilevanti dal punto di vista femminile. Nella pratica clinica, i trattamenti per l’eiaculazione precoce possono includere una combinazione di approcci farmacologici, psicologici, sessuologici e comportamentali sia per l’uomo che per la sua compagna», conclude la ginecologa.

Ciò che bisogna evitare è invece il ‘fai da te’, che può avere risvolti estremamente pericolosi. Ad entrare nel mirino degli uomini infatti sono sostanze dannose per la salute come cocaina, eroina, fantomatici farmaci acquistati su internet o alcol. Secondo François Giuliano, urologo dell’Università di Versailles, ad intraprendere queste pericolose strade sono «almeno un terzo dei pazienti che poi arrivano dallo specialista in cerca di soluzioni efficaci, che di certo non trovano ricorrendo a sostanze illecite».

Molti uomini, argomenta Giuliano ai microfoni dell’Adnkronos Salute, durante il week-end, quando gli incontri sessuali sono più facili, «prendono l’abitudine di bere alcol, che effettivamente ritarda l’eiaculazione, ma di certo non può essere una soluzione duratura per una vera e propria malattia».

Eppure, sottolinea Vincenzo Mirone, docente di urologia dell’università Federico II di Napoli, «le terapie oggi ci sono: è disponibile la dapoxetina, un farmaco efficace che ritarda di 4-5 volte il tempo di durata del rapporto e che va assunto due o tre ore prima dell’incontro sessuale. Ma, al contrario dell’impotenza che abbiamo curato con vari medicinali ormai disponibili sul mercato da anni, risolvere il problema dell’eiaculazione precoce sarà più difficile: gli uomini tendono non solo a parlarne meno, ma a non rendersi nemmeno conto dell’esistenza del problema».