
In passato era la norma, e i manuali per casalinghe prevedevano spiegazioni su come punire i figli, anche ricorrendo a violenza corporale; ora invece per fortuna picchiare un bambino è fuori legge, perché lo si ritiene una tattica inutile e dannosa. A volte però lo schiaffo sfugge per esasperazione, perché il piccolo fa troppi capricci o perché proprio non gli entra in testa il concetto; è quindi una pratica da abolire del tutto? Il ministro della Giustizia inglese, Chris Graylin, ritiene addirittura che gli schiaffi servano a “mandare un messaggio”, che in certe occasioni siano inevitabili e che uno schiaffo valga più di mille ramanzini.
Il dibattito Oltremanica è accesissimo dopo queste dichiarazioni; in Italia un sondaggio di [i]Save the children[/i] dimostra che un quarto dei genitori nostrani ricorre allo spazio, ma nella maggior parte dei casi solo in via del tutto eccezionale (49%), e il motivo è sempre quello di aver perso la pazienza. Da noi però le punizioni corporali sono punite solo a scuola, mentre in ambito familiare la regolamentazione non è molto chiara. Pedagogisti e psicologi disapprovano totalmente questi metodi, che oltretutto non servono minimamente all’educazione dei bambini, e trasmette loro un concetto sbagliato di sopraffazione degli individui attraverso la forza bruta.
Lo schiaffo lede l’autorevolezza paterna, fa perdere credibilità, e può suggerire al piccolo di non essere lui, ma voi (com’è del resto vero se lo punite troppo severamente). E’ vero che la tentazione di smettere di urlare inutilmente e ricorrere allo schiaffo può sembrare irresistibile, ma in questi momenti bisogna cercare di ricordarsi che il vostro compito è di indicare al piccolo dove ha sbagliato e come migliorarsi, non di “punirlo” e basta.
[i]Fonte: Donna.libero.it[/i]