
di Gioia Chiostri
Se si è una donna e si ha tra i 15 e i 18 anni, la pillola anticoncezionale è gratis. A dar adito a questa innovativa affermazione è il Parlamento francese, su proposta dell’ala sinistra del Governo, che, di fatti, è riuscita a far passare questa importante misura. Anche l’aborto (finora gratuito per le minorenni, ma rimborsato solo fino al 70-80% per le donne adulte) sarà totalmente a carico della sanità pubblica. Aria di novità in campo sanitario, in Francia; ma non solo: più tutela e minor pregiudizio per le giovani donne.
A tempo di record è passato l’emendamento sulla pillola al progetto di legge vertente sul budget sanitario del 2013, annunciato giorni fa dal ministro della Sanità, Marisol Touraine. Una soluzione accolta senza problemi in Parlamento.
«Abbiamo voluto la totale gratuità delle spese relative alla pillola per le ragazze di età compresa fra i 15 e i 18 anni – ha precisato Najat Vallaud-Belkacem, ministro responsabile dei Diritti delle donne – che potranno in questo modo beneficiarne nel più completo anonimato». Unica spina nel fianco, l’ignoranza dei genitori, che non verranno mai a conoscere i particolari più intimi delle loro amate principesse.
L’emendamento è stato approvato grazie alla maggioranza socialista del Governo. In realtà, dal 2001, in Francia, le adolescenti potevano già accedere gratuitamente alla pillola e senza dover nemmeno dichiarare le proprie generalità, ma soltanto presentandosi a uno dei centri di pianificazione familiare pubblici (poco più di 4000 distribuiti su tutto il territorio).
Eppure «restano relativamente poco numerosi rispetto alla domanda e di difficile accesso per tante ragazze – riconosce Martine Hatchuel, presidente dell’Associazione nazionale dei centri di interruzione volontaria di gravidanza (ivg) e di contraccezione (Ancic) – questa riforma avrebbe dovuto essere varata già da tanto tempo». L’alternativa al consultorio è solitamente quella di rivolgersi a un medico condotto, ma, in questo caso, il rimborso ottenuto dalla sanità pubblica è solo parziale e per accedervi si deve fornire obbligatoriamente nome e cognome.
La prestazione figurerebbe poi nel resoconto degli intestatari dell’assistenza sanitaria, in genere i genitori, cosa che fa defilare molte giovanissime. Le nuove misure, quindi, prevedono gratuità al 100% per la fascia 15-18 anni e garanzia dell’anonimato, oltre ad un risparmio di circa 60 euro per ogni ragazza. Attualmente, infatti, anche quando le giovani donne si fanno fare una ricetta a loro nome, il rimborso massimo al quale possono arrivare è del 65%, rispetto alla spesa totale. In una fase di ‘taglia e cuci’ per la spesa sanitaria, l’emendamento appena approvato riguarderà il bilancio del settore per il 2013, che vedrà una riduzione complessiva della spesa pari a 11,4 miliardi di euro, resa possibile sia da tagli che da nuove entrate.
Un passo in avanti per la Sanità, uno indietro per l’ignoranza che, a volte, fa imboccare strade risolutive sbagliate. Una giovane donna consapevole è frutto soprattuto di riforme sociali consapevoli.