Ricostruzione L’Aquila, carriole a palazzo Chigi

di Antonella Calcagni
Il sindaco Massimo Cialente suona la carica. La ricreazione è finita, scocca l’ora della protesta. Martedì prossimo il primo viaggio a Roma: primo cittadino dell’Aquila insieme a quelli del cratere, assessori e consiglieri comunali partiranno alla volta di palazzo Chigi per depositare davanti alla sede del governo tante carriole piene di progetti esaminati che hanno avuto già il buono definitivo da parte del Comune, ma i cui cantieri non potranno partire per mancanza di fondi. Con i soldi a disposizione nell’anno in corso potranno partire forse solo la metà dei 5000 progetti in attesa.
Con questa singolare forma di protesta “istituzionale”, la prima di una lunga serie se il governo sarà sordo alle richieste aquilane, i Comuni chiedono che sia ripristinato il meccanismo cassa depositi e prestiti. «Delle 5 mila pratiche presentate alla filiera – spiegano Cialente e l’assessore alla Ricostruzione, Pietro di Stefano – 1.914 hanno concluso l’iter e sono pronte per la pubblicazione, necessitando di risorse pari a 621 milioni di euro. Solo che il Comune ha in cassa al momento solo 160 milioni di euro circa. C’è un buco dunque di 800 milioni per l’anno in corso».
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Oggi la ricostruzione dell’Aquila è pronta a partire: la macchina è a punto, ma manca la benzina. L’Italia insomma deve sapere di chi sono le colpe della mancata ricostruzione. La scelta di martedì non è casuale, è un giorno in cui il Mef è in riunione. Non c’è tempo da perdere, è necessario inserire subito i 300 milioni di cassa per L’Aquila relativi alla delibera Cipe. L’unica via per l’immediato futuro anche secondo l’ex parlamentare Giovanni Lolli è la riattivazione del mutuo con la cassa depositi e prestiti che costerebbe allo stato 50 milioni l’anno, soldi che rientrebbero sotto forma di Iva già con l’attivazione dei cantieri.
«O si fa così – spiega Di Stefano – o non ci sarà futuro per L’Aquila. Il destino della città si gioca nei prossimi mesi». La manifestazione ha spiegato la senatrice Stefania Pezzopane precede la riunione del senato dedicata al caso L’Aquila. Il ministro Barca in questo ultimo scorcio starebbe propenendo una norma per L’Aquila. Cialente ha ricordato anche al presidente Monti la necessità di avviare questo meccanimo vituoso per la città. «Se non saremo ascoltati andremo di nuovo a Roma con la città portando nelle carriole tutti i tricolori».
Impietosa la cartella clinica della ricostruzione dell’Aquila: delle 5 mila pratiche, si diceva, 2 mila sono in attesa di soldi e pubblicazione, 1586 sono in filiera e costeranno circa 600 milioni. Se si prendono in esame le 5 mila pratiche che costano un miliardo 914 milioni e si sommano le 690 in soprintendenza (400 milioni) e il pregresso del contributo diretto (70 milioni) si arriva a 2 miliardi 391 milioni abbattendo del 15% si hanno quasi 2 miliardi. Mancano dunque 800 milioni di euro per l’anno in corso. Per gli anni prossimi occorre invece un miliardo l’anno.