Carriole a Roma, Cialente a Palazzo Chigi

16 aprile 2013 | 10:36
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Carriole a Roma, Cialente a Palazzo Chigi

Tra polemiche e scaramucce è arrivato il D-day della protesta delle carriole a Roma. Il primo cittadino dell’Aquila, Massimo Cialente, insieme ai sindaci del cratere è partito alla volta di palazzo Chigi per depositare simbolicamente davanti alla sede del governo tante carriole piene di progetti esaminati che hanno avuto già il buono definitivo da parte del Comune, ma i cui cantieri non potranno partire per mancanza di fondi.

Alcuni dei primi cittadini hanno scelto di spostarsi in macchina, altri sono invece arrivati a Roma attraverso un autobus partito questa mattina alle 7.15 da Villa Gioia.

L’incontro tra governo e amministratori è già terminato. Alla riunione hanno partecipato anche i parlamentari abruzzesi Pezzopane e Melilla.

Nel presentare la mobilitazione, il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, ha sottolineato la necessità di «dire tutti insieme che i soldi per ricostruire sono finiti. La macchina per la ricostruzione è pronta, il percorso è già stato studiato e il navigatore predisposto. Anche i passeggeri sono già seduti e ognuno di loro sa esattamente cosa fare durante il viaggio. E, ancora prima di entrare nell’abitacolo, hanno sistemato bene le valigie nel portabagagli».

«Solo che fino ad ora – afferma Cialente – nessuno si era reso conto di un piccolo dettaglio: la benzina è insufficiente a coprire il percorso fissato dal cronoprogramma». L’auspicio del sindaco Cialente è che si attivi presto il meccanismo di Cassa depositi e prestiti.

Un miliardo per la ricostruzione nel 2013 attraverso un decreto é l’impegno che arriva dall’incontro con il sottosegretario Antonio Catricalà.

«Si è trattato di un incontro concreto e costruttivo. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Catricalà ha ascoltato le nostre ragioni».

Questo il commento della senatrice Stefania Pezzopane al termine dell’incontro.

«ll sottosegretario – ha effermato la senatrice – ha assicurato il suo impegno per reperire un miliardo di euro per il 2013, con un apposito decreto, mentre a fine anno, con la legge di stabilità, dovrebbe essere erogato un secondo stanziamento. Senza quei fondi la ricostruzione non può proseguire. Il presidente Chiodi non era con noi a sostenere le regioni del cratere. un grave segnale di indifferenza».