
di Valter Marcone
[i]Dove si è perduto il cuore[/i]
L’altro ieri in sogno
ho visto un quadro di Chagall
e le mani e le ciglia e gli occhi
e i balconi e le braccia
dipinte sembravano luoghi
dove si è perduto il cuore.
Un cuore perduto dietro il sole
sulle case offuscate dalla sera
case di pietra come anime struggenti
della terra
al passo del nostro tempo
ma anche senza tempo.
Ho visto campi color vinaccia
del pomeriggio e rocche brunite dal tempo
e dal colore taciturno
splendido e un po’ smanioso
di dialogare nelle vicende
che accarezzano il cuore.
E proprio del cuore dirò
dirò di un cuore perduto
come il sogno dell’altro ieri
nel vino delle feste familiari
ricordate con un po’ di nostalgia
e commozione o tra le lacrime
che bagnano le mani
allacciate intorno
a quella voce che sola batte
sulle sillabe.
D’un cuore dissonante
dunque parlerò
come di un quarto di luna
come di una crepa sull’asfalto
come di un silenzio
che suona strano anche a Dio.
Di questo parlerò come per guardarmi
indietro con curiosità
e avrò voglia di parlare
per poco con l’improvvisa certezza
che è forse inutile
ora, parlare ancora.
[url”Torna al Network ‘Le Stanze della Poesia’”]http://ilcapoluogo.globalist.it/blogger/Valter%20Marcone%20-[/url]