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Il centro storico aquilano, a quattro anni dal terremoto che l’ha devastato, è ancora intrappolato in un labirinto di puntelli e transenne. Sono pochi gli edifici che hanno resistito ai colpi inferti dalle scosse del 2009, talmente pochi che l’agibilità non è una regola, ma l’eccezione. Capita così, vagando nel cuore della città, di trovarsi di fronte a cartelli che generano perplessità nei turisti, strappando qualche sorriso.
{{*ExtraImg_128475_ArtImgRight_300x148_}}Si tratta di avvisi come ‘[i]casa abitata[/i]’, ‘[i]parcheggio in uso[/i]’, ‘[i]attività commerciale funzionante[/i]’. Messaggi che per qualunque cittadino che non sia nato nel capoluogo abruzzese suonano come ‘[i]telefono che squilla[/i]’, ‘[i]automobile funzionante[/i]’ o ‘[i]pneumatici non forati[/i]’. Messaggi ai quali solo gli aquilani riescono a dare un senso. Un senso che di ironico ha ben poco. (mar.zil)