
I prodiani nei vari colloqui non nascondono che ci sono mal di pancia nel Pd – soprattutto tra i mariniani e i dalemiani – ma lo schema con Romano Prodi dovrebbe ‘resistere’ anche qualora oggi non dovesse esserci una fumata bianca. Dipenderà naturalmente dallo scarto di voti, «se la somma tra i voti di Prodi e Cancellieri dovesse essere intorno ai 530 – ipotizzano per esempio i leghisti riuniti con Maroni alla buvette – allora i democratici riproporranno il Professore per convincere poi Monti stanotte».
A sparigliare le carte oggi è stato Silvio Berlusconi che ha invitato Pdl e il Carroccio a non partecipare al voto. Obiettivo smascherare i franchi tiratori in Scelta civica, ma – sottolinea più di un big del Pd in Transatlantico – in questo modo potrebbe essere riuscito nell’intento di compattare il partito.
Occhi puntati sul Movimento 5 Stelle, anche perchè proprio dal Pd arriva la voce che i 22 voti di Prodi alla terza votazione sarebbero stati proprio dei grillini ‘dissidenti’, su richiesta dei ‘mediatori’ tra i due partiti.
Questa mattina ci sono stati contatti tra Rodotà e i grillini, con il primo irritato per il pressing in atto affinchè ritirasse la candidatura. Poi la nota ufficiale di Rodotà ha spento gli entusiasmi dei democratici, ma è proprio sul M5S che punta il Pd per la quinta votazione.
Il pallottoliere ancora deve partire, ma secondo ‘boatos’ di Montecitorio al Professore mancherebbero comunque una decina di voti per il via libera. Se non dovesse arrivare l’ok a Prodi stasera partirà il pressing nei confronti di Scelta civica.
Manovre già in corso: a Mario Monti sarebbe stato offerto – riferiscono fonti parlamentari di Scelta civica – la presidenza del Senato, con Piero Grasso che ‘traslocherebbe’ a palazzo Chigi. Nel Pdl dicono che sia Pier Ferdinando Casini a tessere la ‘tela’ in una logica di grande coalizione.
Qualora il Pd dovesse cambiare ‘cavallo’ potrebbe puntare su Massimo D’Alema che, viene spiegato, potrebbe aprire ad un esecutivo di larghe intese e avere i voti del Cavaliere. Il nome del presidente del Senato potrebbe pero’ essere speso anche per il Colle, se lo schema Pd non dovesse reggere.
Difficile, invece, che il Pd possa convergere su Stefano Rodotà anche se il Professore, dicono i grillini, avrebbe rassicurato Bersani su un eventuale incarico per la presidenza del Consiglio.
Berlusconi per il momento punta tutto sul voto anticipato. «Non abbiate paura per i miei processi», ha detto ai suoi parlamentari. Ma nel Pdl c’è il timore che il Cavaliere possa essere di nuovo nel mirino delle offenive giudiziarie.