L’Aquila, l’appello di giovani politici

20 aprile 2013 | 15:58
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L’Aquila, l’appello di giovani politici

di Antonella Calcagni

La mobilitazione generazionale è servita. Al momento sono solo tre consiglieri al bar (luogo prescelto per la conferenza stampa): Daniele Ferella (Tutti per l’Aquila), Alessandro Piccinini (gruppo misto) e Emanuele Imprudente (L’Aquila città Aperta); ad accomunarli la volontà di cambiare metodo per ricostruire la città.

Lanciano un appello a tutti i trentenni di buona volontà di mettere da parte le appartenenze per ricostruire la città.

Sono delusi da come fino a oggi la situazione è stata gestita politicamente, dicono stop allo scaricabarile e intendono cambiare passo. «Non ci sentiamo rappresentati da nessuno – dice Daniele Ferella – neanche da Giorgio De Matteis che da troppo tempo diserta le sedute del consiglio comunale».

Basta con i doppi incarichi, aggiunge Ferella, è una questione deontologica. Il niet vale per De Matteis, come per D’Eramo e per l’assessore Guido Liris. Una nuova “angry generation” dunque che si rivolta anche contro il capo spirituale De Matteis di cui sono comunque creature. «Noi vogliamo che la città sia ricostruita con i soldi della cassa depositi e prestiti – esordisce Imprudente – Basta con le carriere politiche fatte sulla pelle degli aquilani. Barca Cialente e Pezzopane hanno costruito la loro fortuna prendendo in giro gli aquilani. Per Impurdente, Barca ha portato solo concorsone, concorsino e nuovi consulenti, alcuni dei quali con doppio incarico. La presa di posizione dei tre amici al bar (Quattro con Raffale Daniele) ha il sapore dell’inizio di un nuovo percorso politico che porterà magari qualcuno di loro diritto dritto all’Emiciclo. Non poteva dunque mancare la prima di una lunga serie di interrogazioni consiliari. Alessandro Piccinini spiega in premessa che gli uffici speciali sembrano dei “carrierifici”.

Nel documento si chiede al sindaco di spiegare per quale ragione solo 40 dei 128 vincitori del concorsone sono stati destinati alla ricostruzione, mente gli altri sono negli uffici amministrativi o addirittura sono rimasti nelle segreterie e staff di sindaco e assessori. Una ripartizione che sarebbe in contrasto con la filosofia del concorsone fatto in deroga alle norme per consentire la ricostruzione. Daniele Ferella punta il dito contro il ministro Barca che non ha portato nulla di nuovo alla ricostruzione, guadagnando, magari, un posto da segretario del Pd. Tutti hanno guadagnato qualcosa, tranne gli aquilani.