
E’ con vivo stupore che la Confederazione dei Comitati di Base dell’Aquila prende atto del clima di soddisfazione mostrato sulla stampa da parte di Cgil, Cisl, Uil e Ugl circa gli accordi da loro siglati di recente per la struttura sanitaria di Villa Dorotea, un clima che contrasta nettamente con quello rilevato tra i dipendenti della struttura che, ricattati e zittiti dalla minaccia della perdita del posto di lavoro, si sentono raggirati dall’accordo sottoscritto.
In difesa di questi lavoratori, vogliamo dunque porre alcune questioni che restano oscure e sono state taciute all’opinione pubblica.
Ci chiediamo, infatti, se i confederali e l’Ugl hanno preso visione del bilancio fornito dall’attuale proprietario che motiva la cessione denunciando una perdita di un paio di centinaia di migliaia di euro l’anno a fronte dei cospicui introiti provenienti dalla Regione Abruzzo che, secondo alcune fonti, dovrebbero superare i tre milioni di euro l’anno, rimpinguati dai ventuno mila euro annui per singolo posto letto, versati dai pazienti.
Ci chiediamo se c’è la certezza che nel bilancio non siano state inserite spese che sono a carico dei pazienti, come ad esempio quelle relative al servizio di parrucchieria. Ci chiediamo ancora se gli stessi sindacati hanno visionato il capitale sociale di Help Donna, cooperativa acquirente, che nel 2011 ammontava a soli 1.800 euro.
Quali garanzie per il posto di lavoro potranno avere in futuro i dipendenti? Perché le funzioni degli operatori socio sanitari (4° livello), addetti di norma all’assistenza ai pazienti, sono state declassate con il nuovo contratto a funzioni di fatica e/o pulizia (7°livello)? Perché i fisioterapisti, figura professionale di 3° livello super, con il nuovo contratto sono stati declassati a operai generici, addetti alla cucina, alla portineria e al magazzino (6° livello)?
Perché con l’art. 9 dell’accordo siglato i dipendenti dovrebbero rinunciare a qualsiasi risarcimento per danno biologico subìto? Questo significa tutelare i lavoratori? Perché il movimento di personale ha coinvolto solo i dipendenti discriminati e sfortunati che lavorano in Villa Dorotea, quando questi risultano assunti, come tutti gli altri, dalla società facente capo a Villa Letizia?
Quali criteri sono stati adottati per la selezione se non è stata formata alcuna graduatoria? E perché alcuni dipendenti sono stati messi in salvo in extremis, prima dell’accordo, con il trasferimento a Villa Letizia dove, peraltro, nonostante i presunti dissesti finanziari, si continua ad assumere?
Può la proprietà cedere posti letto pubblici della ASL, con dipendenti annessi, a qualcuno che fino a ieri si occupava di catering? Quali rapporti economico-finanziari si celano tra la vecchia proprietà e quella acquirente? Cosa si nasconde dietro questi giochi? A tutte queste domande occorrerebbe rispondere e far luce prima di cantare vittoria.