
Quattro punti. Alla Juve bastano 4 punti nelle ultime 5 partite
per riconfermarsi aritmeticamente campione d’Italia. E’ solo questione di tempo. Il rigore
di Vidal, calciato divinamente dal cileno, ha steso il Milan, ma, soprattutto,
ha ricordato a Galliani che un conto sono i punti conquistati
nelle ultime 5 stagioni (365 dai rossoneri, 345 dai bianconeri) e un altro i valori
che il campo impietosamente fotografa stagione dopo stagione E, da due
stagioni a questa parte, la squadra più forte è la Juve che ora conta 18 punti di vantaggio sui rossoneri: il resto è fuffa.
La verità è che senza Balotelli, il Milan si è sgonfiato (pari con il Napoli,
sconfitta con la Juve) e, adesso, la Fiorentina, implacabile con il Toro,
è soltanto a un punto dal terzo posto.
E’ vero che, sulla carta, il calendario sembra più agevole per i rossoneri, ma nel finale di stagione saltano
tutte le marcature e può succedere di tutto. Il ko di Torino ridà fiato ai detrattori
di Allegri, come se la rimonta di cui è stato protagonista fosse stata un’inezia.
Max deve guardarsi soprattutto dal fuoco amico (Berlusconi). Comunque caschi, cascherà bene: la Roma gli ha offerto
un contratto triennale.
Il Napoli ringrazia Vidal, ma, soprattutto, l’ineffabile De Marco, peggiore in campo al San Paolo per la rabbia del Cagliari.
Insigne che firma il gol della vittoria è un segno del destino: Cavani se ne andrà (più Real che City per ora, anche
se gli inglesi sono pronti ad offrirgli 15 milioni di euro a stagione), però l’ex pescarese è
più di una promessa per il futuro. E con la montagna di denaro che ricaverà dalla cessione dell’uruguaiano, De Laurentiis prenderà
sicuramente un superbomber, anche se rimpiazzare uno come Cavani sarà dura (23 gol in questo campionato, 98 gol
in 132 gare ufficiali con la maglia partenopea). Già, De Laurentiis. Poteva risparmiarsi il tweet sarcastico post partita (“Dedicato a Nainggolan, Astori e Cellino”): va bene che in gennaio i rossoblù gli avevano negato centrocampista e difensore, ma, con tutto quello che sta passando Cellino, il rispetto e lo stile imponevano di non fare gli spiritosi.
Intanto, il secondo gol di Rocchi in campionato con la maglia nerazzurra ha consentito
all’Inter di vincere finalmente una partita, dopo tre sconfitte consecutive
(4 nelle precedenti 5 gare, 12 dall’inizio del torneo). Ma i guai non sono
finiti per Stramaccioni che ha perso il conto degli indisponibili, mentre
Moratti deve fronteggiare la contestazione dei tifosi. Prima l’ex juventino ed
ex napoletano Fassone, adesso Branca: i sostenitori nerazzurri non ne risparmiano
uno dei dirigenti più importanti di un club che è totalmente da rifondare.
Richiamare Oriali o prendere Corvino è la prima mossa da fare. Perdere un
posto in Europa League significherebbe giocarsi la faccia e, sia chiaro, l’allenatore
è il meno colpevole di tutti perché paga gli errori madornali commessi sul mercato
estivo e invernale.
A conferma che la corsa verso l’Europa è una roulette russa e l’Inter può ancora sperare, ci sono i pessimi
risultati di Lazio e Roma. I biancocelesti sono in caduta verticale (9 punti nelle
ultime 12 gare) e hanno pagato dazio ancora una volta al mitico Di Natale (35 anni, 20 reti in
serie A per il quarto anno consecutivo: un fenomeno). Occhio a Piotr Zielinski, 18 anni, polacco,
ex Zaglebie Lubin, l’ultimo gioiello scovato dalla premiata fabbrica friulana talenti:
Guidolin vuol farne il nuovo Sanchez. E’ sulla buona strada.
La Roma continua ad andare sull’ottovolante: aveva vinto a Torino, è riuscita a farsi
fermare in casa dal Pescara che sarà anche condannato, ma si batte con un orgoglio
ammirevole. Andreazzoli è furioso con i suoi e ne ha ben donde: molli, arruffoni e
inconcludenti, i romanisti hanno scavalcato la Lazio per forza d’inerzia, ma, se
continuano così, l’unico modo per entrare in Europa sarà vincere la Coppa Italia.
Sul fondo vanno avanti adagio, quasi indietro. Se per l’Atalanta il punto di Marassi
è stato d’oro, per il Genoa è di piombo e se i rossoblù non vincono almeno 3 o 4 delle ultime
cinque partite son dolori. Il Palermo è vivo grazie a Josip Ilicic, quarto gol consecutivo
in quattro incontri: lo sloveno ha pareggiato a Catania all’ultimo respiro. Sannino ha totalizzato
più punti di Gasperini e Malesani, a conferma che non il primo allenatore della stagione
rosanero doveva essere esonerato a suo tempo, ma l’ineffabile Zamparini.
Il Siena è stato pesantemente danneggiato da Valeri (ma va?), uno dei peggiori arbitri
della Via Lattea, che continua imperterrito a far danni dovunque si esibisca. L’importante
è far finta di nulla. Come disse Nicchi un momento dopo essere stato rieletto presidente
della corporazione, il meglio deve ancora venire. Voleva dire il peggio.