
di Antonella Calcagni
É ferma al 12 febbraio scorso la ricostruzione dell’Aquila, data dell’ultima pubblicazione da parte dell’amministrazione comunale del finanziamento dei buoni contributo. Le casse sono vuote, il problema è ormai arcinoto, si è in attesa che santo Giorgio Napolitano faccia il miracolo: ossia che firmi il decreto per assicurare all’Aquila un miliardo di euro cash.
Pensare che si possa ottenere subito questa somma in aggiunta alla delibera Cipe potrebbe essere tropo ambizioso; si potrebbe tuttavia almeno “liberare” l’anno di competenza della delibera Cipe per dare immediato corso alle pratiche in attesa di finanziamento. Il dirigente del dipartimento ricostruzione, Vittorio Fabrizi, continua ad accumulare sul suo tavolo le pratiche che non può pubblicare nell’albo pretorio per non far decorrere i tempi imposti per legge relativi alla durata della ristrutturazione delle abitazioni che per le case E della periferia è di 18 mesi.
Di qui la decisione del dirigente di pubblicare almeno tutti i contributi in attesa di finanziamento (non ancora pubblicati sull’albo pretorio). Si tratta della seconda tranche di cui fanno parte 472 pratiche per un totale di circa 292 milioni di euro circa a fronte di una disponibilità di 55 milioni di euro.
Nell’avviso di qualche giorno fa, Fabrizi comunica che sono stati accantonati anche 13 milioni per la copertura dei Sal dei precedenti contribuiti diretti per i quali si procederà al pagamento dei sal in ordine di protocollo di presentazione. Inoltre il dirigente spiega che una volta trasferite le somme delle delibera Cipe gli elenchi residui delle pratiche da finanziare saranno suddivisi in centri storici e periferia mantenendo l’ordine precedentemente attribuito.