
di Valter Marcone
Ho molto amato i tuoi silenzi
che la memoria oggi
mi restituisce tra altri silenzi.
E’ una micia ora l’amica
delle mie solitudini
nella grande casa
qui alla Rocca dove
si ascolta ancora un altro silenzio
nei mattini di sole o pioggia
nei giorni di primavera o d’estate
nei giorni e nelle notti.
Io non so dov’è il disaccordo
perché comunque ci deve essere
da qualche parte nell’anima
che come dice il poeta
ha sciupato la vita
tormentato il canto.
Non ancora e non abbastanza
lo strazio di vivere
può prendere il sopravvento
e non è mai all’altezza
del cuore
anche se indurisce i colori
e confonde
sulle palpebre straziate
dell’anima quello sguardo,
quello sguardo
che rimugina il vento
freddo d’una stagione appena passata.
Il filo perduto degli avvenimenti
sembra scongiurare la follia
e l’affanno con cui ritorno ogni volta
su un’ora, un giorno, un mese
un anno del passato
è solo un sussulto del cuore
per quanto stanco possa essere ancora.
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