Avezzano: Festa della Pietracquaria, origine e orgoglio

26 aprile 2013 | 10:26
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Avezzano: Festa della Pietracquaria, origine e orgoglio

di Gioia Chiostri

Avezzano e la sua lunga storia fatta di stenti, di coraggio, di miracoli, di terremoto, ma anche di festa. La consueta e più importante, concernente tre giorni di celebrazioni, è quella denominata della ‘Pietracquaria’. Tre giornate interamente dedicate al godimento di una ricorrenza sentitissima e da grandi e dai piccini. Il 25 aprire ha avuto luogo, in concomitanza con i festeggiamenti in onore della ‘Resistenza’ partigiana, la fiera canonica, che ha conteggiato, quest’anno, ben 270 espositori. La kermesse del commercio organizzata dall’assessorato alle attività produttive del Comune ha registrato un’altissima adesione di espositori: 230 e varie Onlus hanno aderito alla alla fiera tradizionale che si svolgerà tra via Corradini, via Marconi, via Cataldi, Piazza della Repubblica, via Mazzini, via Trieste, Corso della Libertà.

Trenta espositori anche per il mercatino dell’antiquariato, sempre nell’ambito della fiera, esposti sotto l’egida della Cidec, con base operativa in piazza Risorgimento. Nel tratto di via Corradini, tra Corso della libertà e via Marconi, invece, è stato allestito anche una spazio ad hoc per i prodotti tipici organizzata dall’Asvicom.

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La ricorrenza viene osservata in onore della Madonna di Pietraquaria e cade, ogni anno, il 27 di Aprile. Presso il Santuario dell’annesso convento dei frati minori cappuccini, sito sul Monte Salviano, nel cuore della Marsica a 1.000 metri sul livello del mare, migliaia di fedeli accorrono ogni anno da tutto l’Abruzzo per rendere omaggio alla Vergine Maria. Il luogo sacro è celebre per antichità e per la miracolosa Immagine della Madonna che ivi viene venerata. È inoltre accertato che il culto e, di conseguenza, la cappella con il quadro, esiste sin dal secolo XII.

Secondo la tradizione la cappella e l’intero feudo furono distrutti nel 1268 su ordine di Carlo d’Angiò che, dopo aver sconfitto Corradino di Svevia nella battaglia dei Piani Palentini, volle vendicarsi degli abitanti del piccolo paese di Pietraquaria per aver parteggiato con i suoi nemici (Berardo e il suo figlio Ruggero, Conti d’Albe, alleati di Corradino). Il famoso quadro rimase sotto le macerie per molto tempo. La leggenda vuole che venne ritrovato intatto da un pastorello sordo e muto, per rivelazione della Madonna e che da lei stessa sia stato poi miracolosamente guarito. Per questo motivo il parroco, con la collaborazione dei fedeli di Avezzano, provvide a riparare la Chiesa dove venne sistemata la Sacra Effigie. Ovviamente ancora oggi è possibile goderne. Altra leggenda legata alla scomparsa del paese, riguarda la discesa nella Marsica d’Ambrogio Visconti, il quale, nel 1363, con ‘12000 fiere, non uomini’ (come tramanda Ludovico Antonio Muratori) saccheggiò e distrusse tutta la regione. Gli abitanti di Pietraquaria si rifugiarono soprattutto ad Avezzano e continuarono a venerarne la Madonna. Con il passare del tempo, la devozione per Maria si diffuse ed interessò sempre più il popolo avezzanese. Ed è così che quella chiesetta di montagna, in seguito a vari lavori di ampliamento, è divenuta il ‘Santuario Mariano’, di rilevanza addirittura nazionale.

La festa viene celebrata dalla cittadinanza soprattutto nei giorni 26 e 27 aprile. La sera precedente del giorno festivo religioso, infatti, si accendono i cosiddetti focaracci, enormi falò messi in piedi dai vari quartieri avezzanesi. La mattina del 27, diversamente, dal santuario di Pietraquaria, scende in città una lunga processione fra cui alcuni fedeli trasportano e innalzano l’immagine della Madonna, accolta dalle autorità civili e religiose. Seguono poi le celebrazioni liturgiche.

La messe liturgica viene celebrata con uno sfondo d’eccezione, uno dei più suggestivi paesaggi marsicani, ossia l’imponente monte Salviano. Il nome deriva dalla presenza di numerose cisterne scavate nella roccia, che una volta erano utili per conservare l’acqua piovana. Al tempo dei Normanni e degli Svevi, sul posto sorgeva un notevole Centro abitato, il quale poteva vantare anche uno splendido castello. Nei secoli seguenti, il tutto scomparve per cause imprecisate e rimase solo la Chiesa, divenuta ben presto meta di pellegrinaggi da parte degli abitanti della Marsica. Dalla tradizione apprendiamo che accaddero anche parecchi miracoli. L’immagine su tavola della ‘Madonna con Bambino’, di stile bizantino, che vi si venera tutt’oggi, è di epoca ignota, ma apparterrebbe quasi sicuramente ad un periodo storico antecedente il 1100. Una festa, perciò tutta da scoprire, o addirittura, da ri – scoprire, se si è marsicani, e si ha voglia di andare in cerca del passato nascosto nel significato delle feste della propria città.