Russia, rogo in un ospedale psichiatrico: 38 i morti

26 aprile 2013 | 09:58
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Russia, rogo in un ospedale psichiatrico: 38 i morti

Sono almeno 38 le persone che hanno perso la vita a causa di un violento incendio divampato durante la notte in un ospedale psichiatrico di Ramensky, cittadina della regione di Mosca situata una quarantina di chilometri a sud-est della capitale russa. Gli investigatori hanno aperto una inchiesta per violazione delle norme di sicurezza. L’ipotesi più probabile resta il corto circuito, ma non è escluso né un gesto doloso o una causa accidentale, come un mozzicone di sigaretta lasciato acceso.

Un testimone citato da Interfax ha riferito che l’infermiera sopravvissuta gli ha detto che un giovane ricoverato ieri aveva manifestato l’intenzione di bruciare un materasso. Il presidente Vladimir Putin ha intanto ordinato al ministero delle emergenze, a quello della sanità, alle forze dell’ordine e al governatore ad interim della regione di Mosca Andrei Vorobiov di accertare tutte le circostanze e i motivi della tragedia, di condurre le indagini del caso e di prestare assistenza ai sopravvissuti del rogo.

Secondo quanto riferito da fonti del ministero federale della Sanità, nel complesso erano 41 i presenti, tra cui tre infermiere: due sono morte insieme a 36 pazienti, asfissiati dal fumo nei loro letti o comunque rimasti intrappolati all’interno dell’edificio le cui finestre erano sprangate da sbarre di ferro.

A oltre un centinaio di vigili del fuoco sono occorse diverse ore per estinguere le fiamme e intraprendere le operazioni di ricerca tra le macerie semi-carbonizzate: i cadaveri recuperati finora ammontano ad appena dodici. Immediate le polemiche sulla lentezza dei soccorsi e sull’inadeguatezza delle misure di sicurezza, circostanze tragicamente comuni in Russia: il Comitato Investigativo della Federazione, principale organo inquirente che dipende direttamente dal Cremlino, ha annunciato l’apertura di un’inchiesta penale per omicidio colposo plurimo.