
«Era marzo del 2011 quando con una lettera aperta al presidente della Regione
Abruzzo e a quello della Provincia dell’Aquila lo scrivente, in qualità di
consigliere di minoranza, poneva due quesiti:
può un paese, per tutte le problematiche legate alla
ricostruzione, affidarsi alle scelte “solitarie” di un sindaco invece che di
una commissione di esperti? Se una collettività ha la sventura di ritrovarsi un sindaco
impreparato è da considerarsi questa condizione sufficiente perché la fase
della ricostruzione, con gli importanti investimenti che essa comporta, sia
vanificata da scelte inadeguate?» lo scrive in una nota Walter Salvatore.
«Naturalmente dai vertici nessuna risposta – spiega – ed anzi si è permesso ai sindaci
squisitamente tecnico, in totale disprezzo del principio, normato dalla
Riforma Bassanini alla fine degli anni ’90, di separazione tra sfera
politica e sfera gestionale e, in particolar modo, tra attività di indirizzo
e controllo e quella di gestione»
«Principio cardine che anche l’ordinamento comunitario persegue da tempo – continua Salvatore – con
l’intento di porre fine alle frequenti intromissioni della classe politica
financo nelle procedure più minute e nelle decisioni di carattere più
tipicamente tecnico secondo una prassi più volte censurata dalla
giurisprudenza per violazione del principio d’imparzialità».
«Il fatto che questo argomento ha infastidito il sindaco – afferma – di Barisciano a tal
punto che oggi assistiamo al secondo tentativo di zittire lo scrivente per
vie legali. Per conoscere gli esiti di questo secondo tentativo di zittire la critica
politica occorre attendere che si completi l’iter burocratico ma fino ad
allora il sindaco non si illuda di essere riuscito ad intimorire
chicchessia».
«Il periodo dei Gulag – conclude Walter Salvatore – per i dissidenti politici è solo una nostalgica realtà
del passato e, piaccia o meno al nostro sindaco ed ai suoi colleghi
comunisti di Barisciano, la democrazia ed i principi che la sostengono non
sono oggetto di mercimonio né tantomeno si è disposti a far passare indenni
biechi ed ottusi tentativi censori».