Rifiuti, no all’impianto di smaltimento

27 aprile 2013 | 18:42
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Rifiuti, no all’impianto di smaltimento

di Antonella Calcagni

Nessun tipo di impianto relativo allo smaltimento dei rifiuti sarà fatto sul territorio aquilano. Gli amministratori aquilani sembrano aver compreso la lezione da Monte Manicola in poi.

La soluzione per i rifiuti dell’Aquilano giunge dunque dalla Marsica ed in particolare dall’impianto di Sante Marie gestito dalla società Segen e in fase di ampliamento. La giunta comunale ha stabilito nella sostanza che il Comune aderirà al consorzio Segen diventando comproprietario insieme agli altri soci dell’impianto mobile e della discarica.

Un “colpo” da maestri sempre che l’amministrazione provinciale accetti di modificare il piano dei rifiuti che prevede per tutti i 4 sub-ambiti un vincolo di autosufficienza. L’Aquila chiederebbe una sorta di dispensa per trasportare i rifiuti nell’impianto marsicano che la Provincia sembrerebbe intenzionata a concedere secondo quanto riferito dal presidente dell’Asm, Luigi Fabiani.

«Questa operazione – spiega – ci consentirebbe di risparmiare un milione l’anno sui rifiuti. Tuttavia non avere impianti sul nostro territorio non ci consentirà di guadagnare sull’energia prodotta dai biogas; benefici di cui invece fruiranno direttamente in termini di abbattimenti sulla bolletta i cittadini dei territori che hanno consentito di realizzare gli impianti di smaltimento dei rifiuti. L’unica “infrastruttura” per il pattume dell’Aquila sarà la piattaforma da realizzare a Bazzano per il trasferimento dei rifiuti dai mezzi piccoli a quelli più grandi per il trasporto».

Nella delibera approvata qualche giorno fa l’esecutivo comunale delibera «di manifestare la volontà di attivare sinergie con Segen al fine di creare un polo di trattamento e recupero dei rifiuti. L’amministrazione comunale parteciperà dunque alle spese per l’ampliamento dell’impianto».

Un’ operazione che secondo quanto si apprende dovrebbe essere fatta attraverso un project financing. Le spese per l’amministrazione dovrebbero dunque essere di circa 5 mila euro (la quota di partecipazione al consorzio).

La delibera dovrà essere trasmessa alla Provincia affinché accolga la proposta di modifica del piano provinciale attraverso una variante in deroga ai 4 bacini.