
di Gioia Chiostri
Le Femen, questa grande onda d’urto ucraina che ha praticamente sbalordito la società con i suoi messaggi carismatici e pieni di risentimento, dal 2008 dialoga con la coscienza collettiva attraverso slogan e manifestazioni non violente ma vitali.
Obiettivi primari: la lotta alla discriminazione, al mercato del sesso, al sessismo in generale. Da qualche tempo, però, non sono le sole a combattere a favore di uno scopo ben prefisso. Si parla anche della loro versione maschile, che, però, nulla ha a che vedere con gli ideali delle giovani ucraine.
Gli Hommen si armano a petto nudo, con scritte sparse sul tutto il corpo e coltivani, in poche parole un sentimento di odio verso gli omosessuali. Questa è la cruda realtà. È Der Blick a raccontare questo nuovo fenomeno sociale, che parla di uomini mossi da sentimenti opposti a quelli delle Femen. Sono a favore della privazione ai gay della possibilità di una vita normale.
Gli Hommen nascono in Francia, dove animano rivolte e proteste perché Hollande è a favore del riconoscimento del matrimonio fra omosessuali. Gli Hommen esprimono il dissenso con il volto coperto da una maschera bianca e con una lacrima disegnata. La loro pagina Facebook, ed è questo il dato più allarmante, ha ottenuto 3.312 ‘mi piace’. Il loro slogan è Non au marriage gay e cioè No al matrimonio gay.
Scendono in piazza con fumogeni e voglia di dissenso. Il gruppo utilizza il corpo per lanciare messaggi dissonanti: gridi, urla, violenza dipinta sulla pelle. In questo, di fatti, ricordano molto le amazzoni ucraine, le quali però, puntano a scuotere le coscienze per ben altri ideali, come l’incremento delle capacità culturali e morali delle donne loro connazionali.
Gli Hommen urlano slogan come “Il popolo dice no” o “proteggete i bambini”. Un triste esempio di emulazione.