
di Alessia Lombardo
Con un caloroso abbraccio un’affollata piazza Duomo ha dato il bentornato al Nono Reggimento Alpini, reduce dalla missione di pace in Afghanistan dal settembre al marzo scorso. Per il Nono Reggimento si tratta della quinta missione in Afghanistan, seconda a Farah.
Ben 350 alpini della caserma aquilana sui 700 dell’intero contingente, caratterizzato da un’importante densità (il 45%) di militari abruzzesi, alla presenza delle autorità civili, militari e religiose hanno salutato il capoluogo d’Abruzzo con lo schieramento in armi accompagnati dalla Fanfara con la presenza della bandiera di guerra e di quella aquilana.
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I componenti della 93esima, della 108esima, della 143esima e della 119esima compagnia, definiti dal sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, dei «figli, con un’umanità propria degli italiani» sono tornati fortunatamente tutti sani e salvi da un luogo irto di insidie per la presenza dei talebani e del traffico dell’oppio, che insidiano giornalmente sia le forze armate estere che gli abitanti del posto.
Momento cruciale dell’evento la rinconsegna al primo cittadino della bandiera del Comune dell’Aquila, donata prima della partenza e custodita simbolicamente dal Capitano del Nono Reggimento, il colonnello Riccardo Cristoni, nel corso della missione.
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«La notte del 6 aprile 2009 – ha detto – quella bandiera era a palazzo Margherita. In questi mesi nel mio ufficio quello spazio è rimasto vuoto. Ho pensato di donare qualcosa che fosse lí con voi in segno di vicinanza. Ora la rimetterò nel mio ufficio e avrà un senso tutto diverso».
{{*ExtraImg_131620_ArtImgLeft_300x200_}}«Difficile – ha concluso il sindaco – che in una famiglia aquilana non ci sia nemmeno un alpino».
In cinque mesi il capoluogo non ha mai fatto mancare il proprio sostegno, anche grazie alle tecnologie e alla stampa. «Ci sono stati numerosi collegamenti con una radio locale – ha spiegato Daniele Di Benedetto – contatti con il sindaco e con il padre priore di San Gabriele».
A fornire qualche dettaglio in più sulla missione è stato il capitano Marco Di Lorenzo. «L’impatto con la missione è caratterizzato da fascino e diversità – ha sottolineato – I ragazzi prima di partire in un luogo culturalmente differente, anche nell’aspetto naturale, oltre ad essere addestrati vengono preparati anche sulla cultura nell’ottica di avvicinare le popolazioni locali.
La lingua locale è il farsi, ma ovviamente ci sono degli interpreti che aiutano nella traduzione inglese-italiano farsi».
Accompagnati dalla Fanfara le compagnie hanno fatto rientro nella caserma Rossi passando per il corso martoriato allestito con numerosi tricolori.
Allestita in piazza Duomo, dinanzi alla cattedrale di San Massimo, una mostra fotografica con scatti riguardanti la missione in Afghanistan 2012-2013. A catturare l’attenzione dei visitatori due fucili di precisione, le divise utilizzate in missione e i mezzi Lince e Bv 206 57, utilizzato per l’emergenza neve lo scorso anno da Avezzano fino a Sora.
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Presente alla manifestazione anche L’Aquila Calcio, gemellata con il Nono Reggimento, che prima della partenza in settembre aveva regalato una maglia rossoblù in segno di vicinanza agli alpini.