Petrilli ricorda Enzo Tortora e chiede giustizia per sé

«Da un verso mi consola, da un altro mi rattrista, scoprire che anche a Enzo Tortora nonostante l`assoluzione, non avrebbero riconosciuto il risarcimento per ingiusta detenzione, quindi avrebbe vissuto la stessa condizione che sto vivendo io». Ad affermarlo, Giulio Petrilli.
«Infatti c’è una sentenza, contro le figlie dell`ex conduttore televisivo che avevano querelato il pentito Melluso per diffamazione, in quanto costui, seguitava pubblicamente nelle interviste, a sostenere, anche dopo assoluzione di Tortora, che lo stesso aveva comprato droga da lui – continua Petrilli -. Nella sentenza la giudice Clementina Forleo, gip del tribunale di Milano, nel 1987, non solo respinse la querela, ma condannò le figlie del presentatore televisivo al pagamento delle spese processuali motivando il tutto con: ‘La sentenza di assoluzione del Tortora rappresenta soltanto la verità processuale sul fatto-reato a lui attribuito e non anche la verità reale del fatto storicamente determinatosi».
«Come a dire il giudizio penale “l`assoluzione” non interessa nulla, la stessa risposta che la corte d`appello di Milano ha scritto nell’ordinanza di rigetto della mia richiesta risarcitoria per ingiusta detenzione, [i]aggiungendo che ho avuto la colpa morale di frequentazioni sbagliate[/i]. Da anni, tanti anni, sto portando avanti la battaglia per il risarcimento per ingiusta detenzione a tutti. Quasi sempre da solo, altre volte con attestati di solidarietà, ma è una battaglia difficile, quasi impossibile e l’epilogo per me ci sarà il 30 maggio prossimo, quando la Cassazione pronuncerà il verdetto definitivo, che avverrà, con la spada di Damocle del parere negativo verso il mio risarcimento del Procuratore Generale», afferma con amarezza Petrilli.
«Per quel giorno – scrive Petrilli – sto organizzando un sit in davanti la Cassazione a Roma. Ho scontato ingiustamente sei anni di carcere speciale, con l`accusa di partecipazione a banda armata (Prima Linea), per poi essere assolto con sentenza definitiva nel luglio 1989. Ricordando le parole indimenticabili pronunciate dall’On.Enzo Tortora il 27.02.87 la sera del suo ritorno in TV quando disse: “Dunque dove eravamo rimasti? Potrei dire tantissime cose e ne dirò poche. Una me la consentirete: molta gente ha vissuto con me, ha sofferto con me questi terribili anni. Molta gente mi ha offerto quello che poteva, per esempio ha pregato per me, e io questo non lo dimenticherò mai. E questo “grazie” a questa cara, buona gente, dovete consentirmi di dirlo.
L’ho detto, e un’altra cosa aggiungo: io sono qui, anche per conto di quelli che parlare non possono, e sono molti, e sono troppi.
Sarò qui , resterò qui anche per loro. Ed ora cominciamo come facevamo esattamente una volta».
«Ecco, alla luce di queste parole sentirò profondamente la partecipazione di Enzo Tortora (che ho conosciuto in carcere), alla manifestazione del 30 maggio e questo mi riempie di gioia perché le battaglie si possono perdere ingiustamente, ma le grandi solidarietà rimangono».