
«Sono convinto che lo sforzo non sarà facilissimo. Non mi piace dire cose che saranno faticose, ma la promessa è che mi impegnerò per quello che potrò». Lo ha detto il neo ministro per i Beni e le Attività Culturali, Massimo Bray, nel corso dell’inaugurazione del cantiere di restauro della chiesa di San Pietro Apostolo e della inaugurazione della casa della Cultura, nella frazione del Comune dell’Aquila di Onna, uno dei centri più colpiti dal sisma del 6 aprile 2009 e diventato un simbolo del terremoto.
Le due opere sono state finanziate con i fondi del governo tedesco. Oltre al ministro Bray erano presenti Peter Ramsauer, ministro federele dei trasporti, dell’edilizia e dello sviluppo urbano della Repubblica federale di Germania insieme a Reinhard Schafers, ambasciatore della Repubblica federale tedesca in Germania.
Il ministro, arrivato a Onna con mezzi personali, ha evidenziato un certo imbarazzo nel rilasciare le interviste «perché credo che questo sia un momento in cui si debba ascoltare e cercare di capire le realtà, poi arriverà il tempo della parola». «Sono rimasto molto colpito da queste rovine – ha aggiunto – sono immagini che segnano molto. E’ la mia seconda visita all’Aquila dopo quella del maggio successivo al sisma che è stata casuale».
In riferimento all’inizio dei lavori dei due cantieri il ministro ha spiegato che sono «segni importanti di quella che sarà un’attività, il ringraziamento va a tutto il personale del Ministero e alla comunità di Onna che ha vissuto con sofferenza e dolore ma anche con la speranza di rivedere presto quelli che sono i luoghi della memoria della loro vita tragicamente spezzati. Il Ministero sta facendo un lavoro di grande qualità e sensibilità – ha aggiunto – sentirete parlare del Ministero e non del Ministro: il Ministero è chiamato a restituire al Paese, il valore, la forza della cultura. L’ho sempre detto, questo Paese deve ripartire nel tentativo di una ricostruzione. Oggi è una metafora molto forte: ricostruzione culturale di cui tutti sentono il bisogno. Credo, appunto, che ora dobbiamo lavorare su questa idea di comunità dei nostri cittadini, di chi opera nei luoghi di lavoro accanto a noi».
In relazione all’attività del Ministero dei beni culturali all’Aquila Bray ha sottolineato che «c’è una squadra di grandissima competenza, di grandissimo livello e qualità. Sono contento che anche il sindaco lo abbia riconosciuto, il lavoro continuerà con lo stesso impegno profuso fino ad oggi doverosamente nei confronti di questa situazione. C’è un dovere. Personalmente sensibilizzerò il Governo, questa cosa mi colpisce molto, lo confesso: le mie prime sensazioni sono difficili, sono passati quattro anni – ha concluso il ministro – e L’Aquila è certamente un patrimonio della cultura italiana».
«Credo che la Chiesa di Onna, col suo affresco rinvenuto dopo il terremoto, sia il più bel simbolo delle risorse che l’Abruzzo custodisce». Lo scrive su twitter il ministro Bray dopo la visita al cantiere di restauro della chiesa di San Pietro Apostolo e della casa della Cultura. «Sconosciuto per secoli – ricorda il ministro – l’affresco di Onna è tornato alla luce a causa del sisma, per il crollo di uno scialbo di cemento e di uno di calce». Si tratta di un grande e inedito affresco dei primi del ‘400 riemerso il 10 agosto del 2009 dalle macerie della Chiesa grazie a una squadra di volontari di Legambiente, Protezione civile e Beni culturali durante un’operazione di recupero. Molto pregiata anche per l’iconografia, poco diffusa nell’aquilano, spiegarono all’epoca dalla Soprintendenza dei beni storici e artistici dell’Aquila, l’opera copre quasi l’intera controfacciata sinistra della chiesa. Era nascosta tra uno scialbo di cemento spesso circa 2 cm e uno di calce e rappresenta una Madonna in posizione frontale con aureola punzonata insieme a due angeli che raccolgono il sangue di Cristo che sgorga dal costato e dalla mano.
«Credo che parta proprio da Onna, da uno dei luoghi simbolo perché tra i più colpiti dal sisma, con questa inaugurazione di oggi, un esempio eccellente di modalità di intervento che ci ha portato in pochi mesi e grazie alla disponibilità del Governo tedesco ad aprire un importante cantiere». Così il direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Abruzzo, Fabrizio Magani, presentando l’evento. «E’ un cantiere importante perché è anche la dimostrazione di come si possano governare certi percorsi di restauro coinvolgendo i cittadini che sono i veri proprietari dei beni culturali, su cui, come, sta accadendo per la Chiesa di San Pietro Apostolo, abbiamo garantito il coinvolgimento e la più ampia partecipazione pubblica nell’ottica della trasparenza e della comunicazione con la comunità». Secondo Magani, «Onna diventa così un modello da percorrere su vasta scala e che stiamo, in verità, già percorrendo su altri e importanti monumenti anche del centro storico dell’Aquila come il Forte Spagnolo». «Perché il periodo che ci diamo per ogni cantiere che si apre, e qui a San Pietro Apostolo abbiamo parlato di cinquecento giorni, è un tempo che va accompagnato e raccontato nella prospettiva che questo metodo possa essere ampiamente condiviso». In questa occasione è emerso che la direzione regionali dei Beni Culturali e Paesaggistici dell’Abruzzo è in una fase più avanzata rispetto al trend normale sulla ricostruzione: sta gestendo una dotazione finanziaria di oltre 150 milioni per interventi di restauro su 50 beni culturali danneggiati dal sisma del 6 aprile 2009: di questi, 26 sono in corso, la restante parte è stata già avviata.